Tutto tutto niente niente

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Tutto tutto niente niente

Cetto La Qualunque, Rodolfo Favaretto e Frengo Stoppato: due cose accomunano questi tre personaggi, il carcere e la politica. I tre, usciti di prigione e nominati parlamentari, combattono le loro battaglie personali. Cetto La Qualunque affronta la sua crisi politica e sessuale, Rodolfo Favaretto coltiva il suo sogno secessionista e Frengo cerca di diventare beato per accontentare sua madre.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: Tutto tutto niente niente
Attori principali: Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Lunetta Savino, Nicola Rignanese, Lorenza Indovina, Maria Rosaria Russo, Davide Giordano, Vito, Manuela Ungaro, Viviana Strambelli, Alessandra Sarno, Lucia Zotti, Luigi Maria Burruano, Teco Celio, Paolo Villaggio, Federico Torre, Massimo Cagnina, Maximilian Dirr, Alfonso Postiglione, Clizia Fornasier, Pierantonio 'Noki' Novara, Angelique Cavallari, Bob Messini, Francesca Nerozzi, Thamisanqa Molepo, Claudio Chico, Manfredi Saavedra, Maurizio Comito, Fernando Pannullo, Liliana Mele, Urbano Lione, Mostra tutti

Regia: Giulio Manfredonia
Sceneggiatura/Autore: Antonio Albanese, Piero Guerrera
Colonna sonora: Paolo Buonvino
Fotografia: Roberto Forza
Costumi: Roberto Chiocchi
Produttore: Domenico Procacci
Produzione: Italia
Genere: Commedia
Durata: 87 minuti

Dove vedere in streaming Tutto tutto niente niente

E’ un film da ridere … ed io ho riso ! / 20 Febbraio 2014 in Tutto tutto niente niente

Non mi aspettavano niente di più … ho riso tanto ! Bravo Albanese !

13 Luglio 2013 in Tutto tutto niente niente

Viaggio nella politica di oggi. Certe scene era meglio non vederle, tipo il senato che sembra più un carnevale, i vari politici che giocano invece di pensare a cose serie, ma soprattutto i tre personaggi di Albanese non dicono granché.
Un film da vedere solo se non c’è proprio nient’altro.

Un po’ tutto e un po’ niente / 24 Gennaio 2013 in Tutto tutto niente niente

Sequel di “Qualunquemente”, grande successo di pubblico in Italia (15 milioni incassati ad inizio 2011), da cui viene ripreso il personaggio principale con altre due creature dello stesso Antonio Albanese. Come per il precedente la regia è di Giulio Manfredonia (“Se fossi in te”, “Si può fare”, un bel film con Claudio Bisio dolceamaro) e la sceneggiatura è scritta da Albanese insieme a Piero Guerrera; il film aumenta in varietà triplicando personaggi e situazioni, e soprattutto non ricorre nel clamoroso autogol del predecessore (che per fortuna loro non ha inciso più di tanto sull’incasso) con un Albanese onnipresente in televisione a declamare battute su battute tra quelle già presenti nel film. A differenza del primo capitolo, che poteva essere sintetizzato in “Viva lu pilu!!” e che era basato esclusivamente sulle gag, qui si sono sforzati di inserire un briciolo di sceneggiatura anche nella pratica e non solo nei crediti del film (non troppa mi raccomando); ciò aumenta il raggio di azione della satira e i suoi bersagli: ancora tanta politica (con onorevoli che fanno di tutto tranne che lavorare e il Parlamento visto come circo equestre) a cui si affiancano battute sul razzismo simil-Lega, le fanatiche religiose cattoliche tutte ca**o e Chiesa e le droghe leggere soluzione di ogni male secondo i fricchettoni. Come personaggi secondari ricompare l’entourage di La Qualunque al completo e vengono aggiunti il deus ex machina politico Fabrizio Bentivoglio, con ciuffo alla Cameron Diaz di “Tutti pazzi per Mary”, e Lunetta Savino bigotta esaltata e odiosa il giusto: purtroppo essendo i comprimari molto numerosi non riescono a fornire una spalla decente ad Albanese come il Gerry Salerno di Sergio Rubini nel primo film e il risultato alla lunga un po’ stanca. Film che può far ridere (più o meno) e riflettere (più o meno) ma che dal punto di vista strettamente cinematografico è un po’ piatto.

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