Tra le tante, una scena svetta in mezzo alle altre.
Alla bella Shiang-chyi cadono dalla finestra le chiavi di una valigia di cui non ricorda il contenuto. Scende in strada semi nuda e imperlata di sudore dove trova una dozzina di muscolosi e aitanti operai che riparano l’asfalto. La povera Chiy si districa tra i disinteressati e scocciati lavoratori alla ricerca dell’emblematica chiave, in una voluta estetica da musical anni ’50. Alla fine la ragazza si arrende al disinteresse di quei baldi uomini e torna a casa.
Il giorno dopo, uscita per recarsi al monotono lavoro…ecco la chiave, incastonata tra l’asfalto fresco. inestricabile.
c’è bisogno di spiegare?
No, perché questo è un sequel, e Shiang-Chyi incrocerà nuovamente il baldo Hsiao-Kang, suo innamorato anni prima, che in “che ora è laggiù” sincronizzò gli orologi di taipei sull’ora della parigi in cui scappò la nostra eroina.
Cosa succederà tra un pornostar che usa il suo corpo unicamente come macchina sessuale e una donna che del suo corpo ha perso la chiave?
Cinema allo stato puro, musical compresi.
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