2 Recensioni su

The Whispering Star

/ 20157.319 voti
The Whispering Star
Regia:

Mi sono addormentato, ma è colpa mia! / 9 Maggio 2020 in The Whispering Star

La mia prima opera di Sion Sono.
Come per 2001: Odissea nello spazio, mi sono addormentato due volte. Ma finalmente sono riuscito a finirlo.

Quando si tratta di un opera come questa provare ad esprimere un parere è quasi impossibile; mi limiterò a scrivere per me stesso, alcune riflessioni.

IL CONCETTO DI TEMPO.
La protagonista è un androide corriere che consegna pacchi ai pochi essere umani ancora in vita. Questi però abitano in pianeti incredibilmente distanti l’uno dall’altro e nonostante sia stato inventato il teletrasporto questi preferiscono usufruire di un datato servizio di consegna.
Mentre per un qualsiasi essere umano il tempo scorre inesorabile per un androide le cose sono completamente diverse. I giorni passano eppure le azioni della protagonista si limitano a pochi e semplici gesti: martedì versa l’acqua per il tè, giovedì beve il tè. Questo perché il suo tempo è diverso dal nostro. Il regista, con un ritmo lento e ripetitivo, cerca di trasmetterci proprio quest’idea. Cerca di rappresentare il tempo dal punto di vista della protagonista; un tempo che noi non possiamo capire e che ci risulta noioso ma in realtà è solo incomprensibile per la nostra natura effimera.

PERDERE E RISCOPRIRE L’UMANITÀ.
In questo futuro molto, molto lontano, gli esseri umani, in via di estinzione, cercano in tutti i modi di non perdere la loro natura. Per cui si inviano oggetti apparentemente futili e banali ma che riportano ad un passato ormai incomprensibile anche a loro stessi. Parlano a bassa voce come se il prossimo passo, prima dell’estinzione, sia smarrire la parola.
Eppure il nostro corriere dello spazio pian piano sembra acquisire briciole di umanità perduta. I semplici e ripetitivi gesti quotidiani, la registrazione di un diario di bordo, il riascoltare i nastri passati, la scelta di un astronave vintage, sbirciare nei pacchi per capire cosa contengono, sono tutti gesti di ritrovata umanità. Forse una piccola speranza che quando saremo tutti estinti, un pizzico del nostro essere sarà presente nelle creature da noi create.

Devo assolutamente rivederlo, con la speranza di dormire solo una volta.

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Agonizzante / 19 Aprile 2020 in The Whispering Star

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

The Whispering Star è un film di fantascienza di Sion Sono, un film dove la razza umana è in via d’estinzione, il pianeta Terra è pressoché disabitato e distrutto per mano dell’uomo nel corso dei secoli tanto d’aver spinto quei pochi umani rimasti a popolare altri pianeti.
Benché gli umani abbiano inventato il teletrasporto per spostarsi con facilità da un posto a un altro, hanno ben presto perso interesse per questa invenzione e c’è stato un ritorno al gusto vintage con navette spaziali retrò e la consegna a domicilio tramite corriere, per la quale possono passare anche decenni vista la distanza di anni luce che separa i vari pianeti.
Un androide-corriere deve attraversare la galassia per consegnare dei pacchi in lande desolate popolate da pochi umani apatici, silenziosi e pressoché morti dentro. Credo che il film voglia mostrare come l’avanzare della tecnologia potrebbe rendere la nostra vita migliore e più veloce, ma a lunga andare si perderebbe quel contatto umano di cui l’uomo animale sociale sente di avere bisogno; perciò si preferisce la vecchia consegna a domicilio per avere l’opportunità di un contatto umano in un tempo in cui gli umani sono quasi estinti e indolenti allo scorrere del tempo, benché quella consegna a domicilio venga compiuta da un androide con sole sembianze umane. Infatti i vari destinatari intratterranno brevissime conversazioni con l’androide, alcuni gli proporranno degli appuntamenti, altri di fargli compagnia per un breve tratto di strada a piedi. Persino il rumore di una latta attaccata alla scarpa può essere piacevole e di compagnia.
L’unica parte interessante del film sono gli ultimi 10 minuti dove l’androide si recherà in un pianeta dove è vietato produrre suoni che superino i 30db poiché sarebbero letali per gli uomini che popolano quel posto.

Il soggetto sembra interessante ma il film si svolge a ciclo continuo in una routine ripetitiva e interminabile all’interno di una astronave retrò, dove il tutto si riduce ad osservare questo androide fare faccende domestiche, o a non fare completamente nulla nell’attesa che passi il tempo e raggiungere le destinazioni per la consegna dei pacchi per le quali ci vorranno anche decenni. Insomma, lo spettatore si annoia guardando l’androide annoiarsi, androide talmente annoiato che gli crescono pure le unghie dei piedi.

Non capisco di quale forma di masochismo patologico soffrano coloro che abbiano messo 8 e 9 a questo film, facendomi credere che questo fosse un piccolo capolavoro perché il soggetto di suo è interessante sì, ma lo sviluppo della storia è pressoché inesistente. Di certo non mi aspettavo grandi effetti speciali o azione adrenalinica, avevo già la sensazione fosse un film atipico e d’autore, ma non al punto da farmi venire istinti suicidii. Se volete sprecare un’ora e mezza della vostra vita, annoiandovi e sentendovi frustrati nella peggio maniera per una una visione vuota e priva di contenuti con un significato filosofico-sociale banale e già visto, allora questo è il film concepito per voi e il soddisfacimento del vostro malsano bisogno di masochismo intelletuale.

Poteva essere un buon cortometraggio di 40 minuti, ma 100 minuti per un film dove non succede completamente nulla non sono sostenibili.

Voto: 2 perché il soggetto è buono

Consigliato: a chi ama darsi delle arie da cultore del cinema anche al costo di annoiarsi
Sconsigliato: a chi ama vedere un film senza che si annoi, si distragga o si addormenti, ma non per questo debba essere frivolo

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