The Sunset Limited

Una delle più classiche battaglie dialettiche interpretata magistralmente da due grandi attori.
Film grato all’espressività dei volti e a un ottimo doppiaggio italiano (da vedere probabilmente anche in lingua originale).
Potremmo vederla come da una parte una sorta di Socrate nero cristiano che tenta con la dialettica e, specialmente all’inizio, con l’ars maieutica, di far partorire all’interlocutore quello che di buono lui ritiene risieda in tutti gli uomini, cercando di dissuaderlo dal ripetere l’estremo gesto.
Dall’altra un uomo sfinito, melanconico, cinico e svuotato di ogni speranza e credenza, colui che dalla vita crede di aver già preso tutto e ne è disgustato, attendendo quindi la morte come degna fine di qualcosa che odia e che non vuole in alcun modo possa essere eterno, come vuole la fede cristiana del nero. Molti tratti nietzscheani possono essere visti in questo personaggio secondo me.
Non c’è un vincitore, forse c’è solo un vinto: l’uomo di fede, che dinanzi all’impotenza di conversione dell’uomo cinico, si accascia e non accetta l’inevitabile differenza di opinioni e di filosofie di vita; mentre il cinico, sempre più tranquillo e ormai privo di rabbia, ritorna al suo prediletto epilogo.
Per me capolavoro, lo riguarderò sicuramente.

come se si fosse partecipi di una conversazione, in prima persona.
quasi rispondevo con ciò che pensavo io.
non sarebbe stato da otto se non avesse avuto un finale che mette così tutto in discussione.
scelta musicale più che adatta, nei punti adatti, durante le parole adatte.
con degli attori simili, poi, non poteva che uscirne un film da ricordare.

Da un racconto breve di Cormac McCarthy, in sostanza un lungo dialogo tra un suicida e il suo salvatore. Lontanissimo dalla trilogia della frontiera, è comunque un interessantissimo esercizio di stile, un confronto dialettico tra un professore stanco della vita (in cui vede solo oscurità e sofferenza) e un ex galeotto, predicatore improvvisato ma buon comunicatore.
Il confronto avrà un vincitore netto (e prevedibile).
Il film è la fedele, fedelissima ricostruzione del dialogo: una stanza spoglia, due sedie, due attori (meravigliosi) e una finestra.