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Terkel in trouble

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Terkel in Trouble: infanzia difficile / 20 Aprile 2015 in Terkel in trouble

Scorrettissimo ma estremamente interessante, questo film d’animazione danese mette in scena temi particolarmente seri, affrontandoli con un piglio dissacrante e niente affatto consolatorio, raccontando l’infanzia e la preadolescenza per ciò che, troppo spesso, sono: ovvero, uno schifo.
Tra genitori e parenti assenti, compagni bulli ed insegnanti ben lontani dall’essere modelli da imitare, il film non suggerisce l’esistenza di nulla di positivo, nella vita di un ragazzino che, pare difficile crederlo, sta crescendo in un Paese del cosiddetto mondo civile. Ovviamente, non c’è mai limite al peggio, come insegna la canzone di Quong.

Il film disturba e diverte, lo spettatore è quasi intimamente diviso tra il fastidio e la sguaiataggine, complice un turpiloquio colorito (il doppiaggio italiano su cui primeggiano gli EELST cade a fagiuolo, visti anche i precedenti di Elio e Faso in Beavis & Butthead).

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18 Febbraio 2015 in Terkel in trouble

L’avessi visto in lingua originale magari mi sarei divertito, ma sopportare Elio e co. è veramente impossibile.

CHIATTONA! / 2 Maggio 2013 in Terkel in trouble

Tratto dall’omonima serie radiofonica, in cui il danese Anders Matthesen doppia tutti i personaggi, Terkel in trouble è un film d’animazione che a definirlo irriverente, sfacciato, politicamente scorretto sarebbe semplicemente riduttivo.

Le animazioni sgraziate (i personaggi assomigliano agli orrendi pupetti personalizzabili della Wii) si intonano alla perfezione con la volgarità e la crudezza dei dialoghi, che sembra un mix tra la verve spietata di South Park e l’idiozia balorda di Beavis and Butt-head, rendendolo non proprio un cartone adatto ai più piccoli.

Terkel in trouble è un prodotto del tutto innovativo, difficile persino da inquadrare in quanto tocca diversi generi, dal thriller/horror (non a caso la sigla d’apertura ricorda quella di Se7en) alla commedia, infilando fra un “vaffanculo” e l’altro una canzonetta sgangherata, quasi a voler prendere per il c**o pure il lato musicale dei buon vecchi film Disney.

Doppiato dagli Elio e le Storie Tese, con la partecipazione di Claudio Bisio, ingaggiato praticamente solo per dire “No!”, questo lungometraggio d’animazione danese è stata una piacevole sorpresa di originalità e contenuti (e non solo per la questione “villain” che sarebbe di per sé da premio Oscar), che a suon di cinismo e parolacce riesce a raccontare con estrema crudezza la tremenda vita di un ragazzino qualunque, senza risparmiare su sangue e violenza.

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