Recensione su Takeshis'

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Un film folle e surreale / 5 Giugno 2011 in Takeshis'

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Basta con la violenza: dal prossimo film cambio tutto”. Così parlò Takeshi Kitano quando presentò questo film al Festival del Cinema di Venezia del 2005. E infatti “Takeshis’” si può considerare a tutti gli effetti come un film spartiacque nella carriera dell’attore-regista giapponese. Per l’occasione, addirittura Kitano interpreta due ruoli: nel primo recita se stesso, ovvero il divo del cinema ricco e famoso; nel secondo, invece, veste i panni di una persona comune. Quest’ultimo è un essere talmente anonimo che per campare si deve arrangiare a svolgere i lavori più disparati; è un povero disgraziato insomma, che ha l’ambizione di diventare attore; ma il suo sogno sembra destinato a rimanere tale perché ogni volta che si presenta a un provino viene regolarmente scartato. Un giorno però, nel bagno del negozio dove lavora come commesso, gli capita di trovare una pistola: grazie ad essa avrà modo di regolare – letteralmente – i conti con tutti quelli che lo hanno sempre sbeffeggiato.
Con questa pellicola, Kitano riflette sul proprio passato di cineasta per chiudere – definitivamente, a quanto pare – una fase della sua carriera. Non a caso, alla fine, quando si incontrano i due Kitano – quello famoso e quello anonimo – il secondo uccide il primo; come a dire che da quel momento in poi il pubblico dovrà aspettarsi un nuovo Kitano, ben diverso dall’attore-regista diventato famoso grazie ai gangster-movie. Difatti nella pellicola successiva, “Glory to the Filmmaker”, si mostrerà voglioso di cambiare la propria immagine ma terribilmente in crisi di idee. “Takeshis’”, quindi, rappresenta una sorta di punto d’arrivo nella carriera dell’attore-regista giapponese.
Ma siamo sicuri che il “nuovo” Kitano sarà in grado di reggere il confronto con quello “vecchio”? E soprattutto, in futuro sarà ancora capace di regalarci film memorabili? Personalmente credo sia ancora presto per dare delle risposte a queste domande. Quindi lasciamo da parte i dubbi – almeno per il momento – e gustiamoci “Takeshis'”, che è un film imperfetto ma comunque notevole, da molti ingiustamente sottovalutato (a mio modesto parere). Nonostante la storia sia un po’ contorta, specialmente nella seconda parte dove la trama continua a ripiegare su se stessa, la pellicola è ricca di lampi geniali: ad esempio le chilometriche sequenze delle sparatorie, filmate con uno stile di regia surreale, in cui Beat Takeshi sembra divertirsi un mondo a fare a pezzi la propria immagine di duro dalla faccia di pietra. Insomma, anche quando non riesce a realizzare capolavori, Kitano è sempre Kitano; è un regista talmente grande che ogni suo film merita di essere visto a prescindere.

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