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Singolarità di una ragazza bionda

/ 20105.914 voti

20 Ottobre 2012 in Singolarità di una ragazza bionda

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dopo un quarto d’ora: non son degna! Tra arpeggi musicali, citazioni colte di Pessoa, gente che si parla senza guardarsi in faccia (per cui tu, povero spettatore, pensi: che siano ciechi?), un protagonista che sa usare il pc ma non conosce quello strano oggetto chiamato telefono per parlare con l’amata e da dal voi a suo zio.
Dopo mezz’ora: mia mutazione genetica in Sandra Mondaini quando, a letto, sotto le lenzuola, inizia a ripetere “Che barba che noia, che barba che noia…”
Dopo cinquanta minuti: bah, mi sono persa qualcosa? Eppure son certa di non essermi addormentata…
Dopo un’ora e quattro minuti (fine film): lui la molla in un nanosecondo perché lei è una cleptomane (spero di aver capito bene, dopo una certa età inizio a rimbecillire io non l’immortale De Oliveira). FINE
Nuovo oggetto di culto: ventaglio tondo speudocinese sormontato da piumette azzurrine.

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Ibrido / 21 Giugno 2012 in Singolarità di una ragazza bionda

L’ultimo film di Manoel De Oliveira, giovane regista portoghese (103 anni), è ambientato in una Lisbona atemporale, tra l’ottocento e i giorni nostri. Tra rintocchi di un campanile senza lancette, vetusti negozi di stoffe, azulejos, vecchie macchine da scrivere, si dipana un amore letterario (da Eça de Quieròs) a metà tra racconto morale rohmeriano (senza averne la leggerezza) e apologo bunueliano (senza l’ironia e l’iconoclastia del grande Luis)

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