Recensione su Sacro GRA

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24 Febbraio 2014

Senza un presidente di giuria italiano Sacro Gra non avrebbe vinto di certo il leone d’oro. Non impressiona, non si distingue, non aggiunge nulla e non ha nessun pregio. Dopo un’ora di mero vagare intorno al raccordo anulare di Roma già vien voglia di prendersi a schiaffi per rimanere svegli.
Sembra di addentrarsi nelle favelas, par che gli unici personaggi degni di nota siano vecchie carampane abbandonate su relitti d’auto a bordo strada o pescatori d’anguille incartapecoriti.
La Roma di Rosi non è quella di Sorrentino, siamo d’accordo, ma lo spirito con cui Rosi l’attraversa non comunica nulla. Questa specie di abbraccio che è il raccordo anulare e che contiene tutto e tutti non trova un significato e non è metafora di nulla.
Sarà anche un documentario ben realizzato ma non lascia nulla a chi lo guardi.

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