Just Ryan / 10 Maggio 2014 in Ryan

Un confronto, un brutale faccia a faccia, un a tu per tu, da animatore ad animatore, da caricatura a caricatura, da uomo a uomo.

La storia della vita di Ryan Larkin riveste quasi per intero lo stereotipo dell’artista maledetto: dapprima il successo; i suoi lavori, il suo stile così particolare ed innovativo per l’epoca, lo resero uno dei giovani artisti più promettenti dei suoi tempi portandolo in breve tempo a concorrere per l’Oscar e ad attirare a sé attenzione ed altri importanti riconoscimenti. Poi la crisi; una rapida discesa verso l’oblio segnata dall’alcolismo e dalla tossicodipendenza, la perdita del lavoro e di ogni altra prospettiva futura e come spesso accade in questi casi, ci si ritrova soli con la propria rabbia a rimaneggiare pezzi di sogni infranti.

Chris Landreth segue l’artista lungo le ripide curve di questa spirale discendente e allo spettatore non resta che constatare quanto i due uomini abbiano in comune : la passione, gli affetti, l’aspetto… le paure.

Già, perché in fondo a separare il promettente artista e quel barbone intento a chiedere spiccioli sull’opposto marciapiede non vi è che una semplice strada; nient’altro che una lingua di asfalto, percorsa da bolidi impietosi e da un’ umanità , ai margini, vistosamente grottesca nel suo scorrere indifferente, del tutto invisibile all’atto di compiere meccanici gesti di generosità.

Leggi tutto