Un segreto molto attuale / 17 Gennaio 2022 in N.P. il segreto

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

I governi – si sa – sono sia dispotici sia distopici. Di conseguenza è nel sottogenere distopico, nella narrativa come nel cinema, che si possono rintracciare gli indizi e le anticipazioni della realtà costruita dal sistema, attraverso astute e pazienti operazioni di ingegneria sociale.

Nell’ormai lontano 1971, il regista, sceneggiatore e scrittore Silvano Agosti, in una pellicola intitolata “N.P. Il segreto”, con formidabile intuizione, presagì l’attuale stato di cose: un mondo ipercontrollato dove l’automazione ha sostituito operai ed impiegati che, una volta licenziati, ricevono un sussidio superiore al salario o allo stipendio. I lavoratori tuttavia, resi dei bruti percettori di reddito, protestano per rivendicare il ripristino dello status quo. Lo Stato in ogni caso non elargisce denaro, senza chiedere qualcosa in cambio: promuove, infatti, una capillare campagna di “vaccinazione” ufficialmente per proteggere la salute, inoltre elabora un piano demografico non proprio filantropico…

Nella produzione si possono reperire un po’ tutte le coordinate dell’odierna politica nazionale ed internazionale: la riduzione degli uomini in sudditi ignari e tonti, la religione trasformata in una vuota ritualità, l’inscalfibile ipocrisia del potere, la dittatura della tecnologia, la centralizzazione delle attività produttive, l’antitesi tra i pochissimi che hanno subodorato l’inganno e la massa che si fida dell’esecutivo… Mancano solo cenni alla “guerra climatica” che è oggi lo sfondo su cui si proiettano queste diverse e perverse vicende, ma, per il resto, il quadro è completo.

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