6 Recensioni su

Luca

/ 20217.3231 voti

5 Marzo 2024 in Luca

Meno geniale e profondo di altri film Pixar, si tratta comunque di una storia godibile, leggera ma non frivola, la cui prevedibilità non provoca fastidio. Soprattutto, è un film capace di suscitare emozioni in qualsiasi tipo di spettatore, non solo nei bambini, ma anche negli adulti, suscitando un effetto nostalgia anche in chi non ha mai vissuto nell’epoca e nei luoghi in cui la vicenda è ambientata. L’operazione si basa su una reminiscenza di tipo platonico, nel senso che la storia si nutre di una serie di dettagli che hanno lo scopo di provocare la nostra memoria e la nostra immaginazione per “tirar fuori” un’idea di Italia che ciascuno di noi ha dentro di sé, che gli è famigliare (principalmente grazie all’immaginario cinematografico), anche se non ne ha mai avuto esperienza diretta. Ecco allora che gli stereotipi sull’italianità non infastidiscono, perché non hanno la forma del cliché ma quella dell’archetipo. Anche le citazioni cinematografiche disseminate ovunque non sembrano un divertissement fine a se stesso, ma un elemento indispensabile per un film che, attraverso l’idea di quell’Italia che un po’ è perduta un po’ è rimasta in noi, vuole in realtà evocare un altro e più intimo archetipo, quello dell’estate della nostra vita, della nostra giovinezza che un po’ è perduta e un po’ è rimasta in noi.

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26 Agosto 2022 in Luca

Marchettona piena di stereotipi ed eccessiva inclusività, ma ormai l’80% dei contenuti è così.
Molto carina la grafica, ma cartone dimenticabile.

Grazioso e coloratissimo / 20 Gennaio 2022 in Luca

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Visivamente colpisce e incanta con quel tripudio di dettagli e animazioni fluidissime e per il delizioso contrasto tra le tonalità fresche e vivaci del mondo sottomarino e quelli caldi e terrosi del paesino sulla scogliera.
La colonna sonora molto anni ’60 scandisce molto bene i momenti della vita di Luca e Alberto tra gli umani e ne sottolinea non solo la collocazione cronologica, ma anche quel gusto tutto americano per l’Italia della “dolce vita”, una versione idealizzata e non priva di stereotipi che anche qui ci portiamo dietro, nella gestualità esasperata di Ercole e nei piatti di pasta inseriti anche in una gara di triathlon, e in altri particolari, ma tutto sommato sono cose su cui si può chiudere un occhio.
Ho trovato abbastanza inverosimile il finale, anche collocandolo in un messaggio di accettazione del diverso e di massima inclusività, tuttavia non mi aspetto picchi di logica o di realismo in questi film con un target evidentemente infantile, però trovo comunque un difetto: Encanto e questo li trovo abbastanza “svogliati” nel provare a creare qualcosa di originale e davvero profondo, ricordano entrambi altre opere (Luca sicuramente La sirenetta, Encanto Coco e anche un po’ Frozen) e inizio a pensare che ormai la Disney e la Pixar stiano “appiattendo” ogni loro lavoro su queste tematiche dell’inclusione, più che mai attuali ma ormai un tantino abusate e scontate.

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Pixar una garanzia / 30 Novembre 2021 in Luca

a differenza dei classici DIsney, i lungometraggi Pixar sono vere e proprie opere d’arte animate per ogni età. Adoro

Wow! / 27 Giugno 2021 in Luca

Chi non ha mai passato un estate stupenda da bambino, in cui ha conosciuto un nuovo amico, a divertirsi in spiaggia, senza la scuola, tra risate, giochi e tanta fantasia….
Beh, la Pixar stavolta non ci porta nel cuore delle emozioni come in “Inside Out” nè in un viaggio al di la della vita come in “Soul”, ma ci porta nella nostra terra, precisamente in un luogo inventato ma molto ispirato dalla Liguria, in un paese immaginario che richiama le Cinqueterre, nell’estate degli anni più belli, tra gli anni 50-60.
Ed è qui che Luca vive la sua avventura! Non voglio spoilerare nessuna trama ma dire che stavolta c’è più spensieratezza rispetto ai film precedenti, mantenendo sempre un messaggio lodevole, un inno all’amicizia, alla sincerità e al rispetto, proprio e altrui.
Una pellicola molto più leggera e fiabesca, piena di colori e allegria, situazioni spassose e altre riflessive.
Piacerà di più credo, meno impegnativo per i più piccini e sicuramente di effetto.
Colori e colonna sonora spettacolari. Molto bello il messaggio che lascia alla fine sull’accettazione. ❤️
8/10

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Tra Collodi e lo Studio Ghibli / 19 Giugno 2021 in Luca

Luca è il nuovo film in computer graphic Disney e Pixar, il primo a essere ambientato interamente in luoghi che evocano senza alcun dubbio l’Italia.
Riferimenti geografici, nomi, abitudini e musica sono stati scelti dal regista Enrico Casarosa per omaggiare la terra e in cui è nato e cresciuto, la Liguria, e gli anni della sua infanzia e adolescenza.

La farò breve: Luca è un film adorabile, semplice nello sviluppo narrativo e negli intenti (e tale -apparente-semplicità si riflette anche nel character design, curvilineo, morbido e caldo), portatore di inclusività, apertamente collodiano, con Lucignoli, Gatti e Volpi, e costituisce un’esperienza emotiva immersiva per adulti e bambini.
Ai primi, fa provare nostalgia per la spensieratezza di una vita senza particolari affanni. Ai secondi, suggerisce continuamente quanto sia divertente trovare nuovi amici e giocare con gusto fino a dimenticarsi che ora è.

Al film di Casarosa si può rimproverare una eccessiva abbondanza di stereotipi su quell’Italia che tanto piace agli americani, che continuano a immaginare il nostro Paese solo attraverso la mediazione di De Sica, Fellini e dei film neorealisti. Il fatto è che Casarosa ha trascorso davvero le sue estati in luoghi da cartolina come quelli in cui è ambientato Luca, cristallizzati in un passato (ora) romanticamente idealizzato, in cui il turismo di massa non era ancora contemplato e dove la vita era scandita davvero dalle stagioni. Perciò, penso che, per lui, sia stato naturale concepire in questo modo il contesto del film, al netto di eventuali “sponsorizzazioni”.
Certo, gli uomini inesorabilmente coi baffi e la coppola in testa, i bambini scalzi, le mani a cucchiarola, gli infiniti piatti di pasta, le radio a transistor e la tv in bianco e nero (che trasmette I soliti ignoti di Monicelli!), la Vespa state of mind e, oimemì, i treni a vapore sono dettagli che sembrano assecondare oltremodo l’immaginario italico degli americani. Ma sono abbastanza sicura che tutto questo sia scaturito naturalmente dall’immaginario di Casarosa, senza eccessivi calcoli preliminari. Penso che una cosa abbia intercettato l’altra, ecco.

Curiosamente (ma non troppo, a pensarci bene), Luca è anche un film molto giapponese, molto ghibli-ano (non è certo la prima volta che Italia e Studio Ghibli si intersecano). Contiene numerosi riferimenti ai lavori di Miyazaki e soci: in primis, la nostalgia per un periodo lontano, semplice e magico (Omohide poro poro), per quelle estati in cui era tutto possibile, in cui non c’erano complicazioni romantiche (il rapporto tra i ragazzini protagonisti del film si basa esclusivamente sull’amicizia, senza batticuori) e si potevano trovare amici incredibili (Totoro, Marnie, Kiki) e vivere avventure spericolate, senza la supervisione costante degli adulti. Conan il ragazzo del futuro è omaggiato a più riprese, con Alberto che, vestito esattamente come l’eroe di Miyazaki, vive in una torre (il razzo!) su un’isola, accumulando oggetti abbandonati, per utilizzarli in maniera creativa, e fa continuamente cose pericolose, pieno di curiosità e voglia di vivere.
E, poi, come in molti lavori Ghibli, la parola “fine” non è mai tale e, nei titoli di coda di Luca, vengono mostrate alcune appendici narrative sui protagonisti del film.
Ho trovato il personaggio di Luca tenero ed emozionante: non possiede peculiarità indimenticabili (in questo senso, Giulia, molto volitiva, è caratterizzata in maniera più esplicita e, in diversi casi, è correttamente buffa), ma è un bambino gentile, aperto al mondo, desideroso di imparare e stupirsi sempre.

Insomma, il film di Casarosa è un ininterrotto, vivace e coloratissimo omaggio a tante cose, tutte estremamente positive. Fa venire voglia di vivere intensamente e rappresenta un certo desiderio di leggerezza da parte della Pixar, dopo le riflessioni (comunque necessarie!) sull’accettazione della tristezza e sulla morte affrontate più o meno sempre, da Inside Out in poi.

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