Lo strano caso di Angelica
/ 20106.47 votiIsaac è un giovane dedito alla fotografia che, dopo aver lavorato per diverso tempo per conto di un'industria petrolifera, trascorre del tempo in una pensioncina nei pressi di Oporto, in Portogallo, accudito dalla signora Justine, tenutaria della struttura. Una sera, viene contattato dalla famiglia di Angelica, una giovane deceduta da poche ore, affinché scatti alla morta alcune fotografie, prima che inizi il processo di alterazione del corpo dovuto alla decomposizione. Isaac resta solo con il cadavere e, mentre esegue il suo incarico, ha l'impressione che la giovane, adagiata su un divano e con l'abito da sposa ancora indosso, gli sorrida.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: O Estranho Caso de Angélica
Attori principali: Pilar López de Ayala, Leonor Silveira, Filipe Vargas, Ricardo Trêpa, Paulo Matos, Luís Miguel Cintra, Ana Maria Magalhães, Isabel Ruth, Ricardo Aibéo, Sofia de Portugal, Susana Sá, Carmen Santos, José Manuel Mendes, Adelaide Teixeira, Sara Carinhas, Mostra tutti
Regia: Manoel de Oliveira
Sceneggiatura/Autore: Manoel de Oliveira
Colonna sonora: Maria João Pires
Fotografia: Sabine Lancelin
Costumi: Adelaide Maria Trêpa
Produttore: François d'Artemare, Maria João Mayer, Renata de Almeida, Luis Miñarro, Rexal Ford
Produzione: Brasile, Francia, Portogallo, Spagna
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico
Durata: 97 minuti
Dove vedere in streaming Lo strano caso di Angelica
Il grande cineasta qui si conferma anche supremo tessitore di atmosfere, oltre che mirabolante interprete dell’estetica della morte e dell’immortalità dell’anima. De Oliveira non sta applicando soltanto degli stilemi, ma li sta anche ribaltando, li va evocando per smentirli e ricrearli. Alla sua maniera, affabulatoria e apparentemente modesta, che suscita costante meraviglia.
Opera che all’altissima fattura coniuga una stilizzata drammaturgia; cinema di infartuante bellezza che scaturisce da un senso della costruzione dell’immagine senza pari; l’invenzione è costante, l’approccio, quasi sperimentale, prescinde dal genere.
Un capolavoro. E basta.
L’ho visto con un ospite californiano (couchsurfing), con la consapevolezza che la visione di questo capolavoro non si può condividere (to share), perché una commozione non si può sommare (the addiction) ad un’altra commozione.
Non mi resta che dire: Grazie maestro Manoel, grazie. E farlo alla giapponese, nascondendo le lacrime di commozione che furtive già si fanno notare.
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