Recensione su La ragazza nella nebbia

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Dall’omonimo romanzo / 26 Ottobre 2018 in La ragazza nella nebbia

Buon thriller d’esordio di Donato Carrisi che adatta il suo omonimo romanzo.
Siamo in un piccolo paesino, Avechot, in mezzo alle Alpi.
Si parte con lo psicologo Flores (Jean Reno) che viene chiamato urgentemente in ospedale per parlare con l’ispettore Vogel (Toni Servillo) che è rimasto coinvolto in un incidente stradale. L’ispettore era stato chiamato tempo prima per indagare sulla scomparsa di una ragazzina di 16 anni, Anna Lou.
Il film rimane molto fedele al romanzo (d’altronde se ad adattarlo è lo stesso scrittore, c’è un po’ più di garanzia) anche se Carrisi è costretto a fare qualche taglio. Infatti sia l’agente Borghi (Lorenzo Richelmy), che affianca Vogel nelle indagini, che Priscilla, l’amica del cuore di Anna Lou, hanno ruoli più marginali.
Come nel romanzo L’ispettore Vogel suscita sentimenti contrastanti, ben interpretato da Servillo; forse per chi non ha letto il libro, qualche passaggio risulta difficile da seguire. Infatti si va avanti e indietro nella storia e quando l’attenzione si sposta sul professor Martini (Alessio Boni), non si intuisce subito il giorno della vicenda (si riparte infatti dal giorno prima della scomparsa di Anna Lou).
Carrisi se la cava comunque bene anche alla regia, anche se indugia forse qualche secondo di troppo in qualche inquadratura.
Buon thriller con intreccio abbastanza complicato.
Nel resto del cast da citare un’irriconoscibile Greta Scacchi (per lo meno ero rimasto ai ricordi di “Presunto innocente”) nei panni di Beatrice (la giornalista che indaga sui vecchi casi), Galatea Ranzi è la giornalista Stella Honer, Michela Cescon è l’agente Maier.

1 commento

  1. Stefania / 27 Ottobre 2018

    Purparlé… In realtà, da quello che ho capito durante la cerimonia di presentazione degli ultimi David di Donatello, Carrisi ha scritto il romanzo dopo aver scritto la sceneggiatura del film. Infatti, al termine della presentazione dei film candidati, alcuni giornalisti hanno sollevato una questione: perché il film è stato candidato per la miglior sceneggiatura originale, se è tratto da un romanzo? (le nomination: https://www.nientepopcorn.it/notizie/premi/nomination-david-donatello-2018-59035/) Ricordo che la Detassis, neo-Presidente e Direttore Artistico della Fondazione, rimase leggermente spiazzata. Disse qualcosa come: “Sono entrata in corsa, aspettate che chiedo”. Insomma, venne spiegato quanto sopra. Infatti, quando ho visto il film, mi ha fatto specie leggere nei titoli: “Dal successo letterario internazionale…” ( o giù di lì), perché, a voler essere pignoli, il film non è stato adattato da un romanzo che, all’epoca, era già un successo internazionale (ma queste sono fisime mie 😀 ).

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