Io Capitano

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Io Capitano

I giovani Seydou e Moussa lasciano Dakar, in Senegal, per raggiungere l'Europa. Nel loro lungo viaggio, si imbattono in insidie e pericoli: il deserto, il mare, le ambiguità degli esseri umani.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Io capitano
Attori principali: Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka Sawadogo, Hichem Yacoubi, Doodou Sagna, Khady Sy, Venus Gueye, Cheick Oumar Diaw, Joe Lassana, Mamadou Sani, Bamar Kane, Beatrice Gnonko, Flaure B.B. Kabore, Affif Ben Badra, Observateur Ebène, Jacky Zappa, Abdellah Elbkiri, Bidar Abdelahad, Mohamed Amine Kihel, Mouhamed Gaye, Cheikh Ndiaye, Babacar Diop, Emilie Adams, Princess Erika, Mariam Kaba, Aly Niang, Taha Benaim, Didier Njikam, Ibrahima Gueye, Mostra tutti

Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura/Autore: Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Andrea Tagliaferri, Massimo Ceccherini
Colonna sonora: Andrea Farri
Fotografia: Paolo Carnera
Costumi: Stefano Ciammitti, Rachid Aadassi, Abdelfattah Qzaibar
Produttore: Matteo Garrone, Paolo Del Brocco
Produzione: Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo
Genere: Drammatico, Azione
Durata: 121 minuti

Dove vedere in streaming Io Capitano

“Aiutiamoli a casa loro” / 26 Gennaio 2024 in Io Capitano

Io, purtroppo, non so tirarmi pipponi incredibili quando vedo un film. Non riconosco stili, fotografia, montaggio: vedo la trama. Se un film mi scorre rapido, è bello, sennò è caccapupù.
Questo film, che pare un documentario e che è un ca**otto allo stomaco, andrebbe fatto vedere nei licei, in stile Arancia meccanica.
Forse, così facendo, tra 10 anni non avremo più razzisti.

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Un documentario mancato / 16 Ottobre 2023 in Io Capitano

[Riflessioni disordinate]

Nelle innumerevoli interviste e dichiarazioni rilasciate finora su questo film, Garrone ha parlato sempre di Io capitano come di un film che offre un punto di vista diverso, rovesciato, sulla questione dei migranti, rispetto a quello offerto dalla narrazione tradizionale prodotta dalla politica e dalla media dei media (scusate il mediocre gioco di parole).
Ho compreso l’intento e lo apprezzo tantissimo, ma sono d’accordo fino a un certo punto con la pretesa di offrire un “altro punto di vista”. Basta sentir parlare della propria esperienza una qualsiasi delle persone che hanno affrontato uno dei viaggi-tipo raccontati nel film, per avere questo “altro punto di vista”. Intendo dire: Garrone non ha offerto un punto di vista inedito, una prospettiva inattesa, perché questa posizione è quella che i migranti raccontano (e che, questo è vero, non tutti ascoltano) e che tanti giornalisti, mediatori culturali, ecc. offrono al resto delle persone, tutti i giorni.
Credo che un approccio davvero “altro” alla questione sia già stato contemplato e messo in pratica – con risultati diversi- da film come Terraferma di Crialese, Fuocoammare di Rosi e, sicuramente, Tolo tolo di Zalone (sì, Zalone), un film, quest’ultimo, che con scelte spiazzanti, secondo me, ha realmente osato raccontare la questione dei migranti nel Mediterraneo in modo inedito.

La messinscena di Io capitano è estremamente composta, in tutto e per tutto.
Il film è molto ben fotografato, con luci e cromatismi calibrati, capaci di esaltare la naturale bellezza dei contesti africani.
Montaggio linearissimo al servizio della struttura fiabesca della narrazione.
Il casting è stato perfetto e preciso, nell’assecondare gli intenti del film: facce pulite, dolci, ingenue, severe ma “belle”, quelle dei migranti; ambigue, se non al limite dell’avanzo di galera da romanzo d’appendice, quelle dei criminali.

Garrone non si è sbizzarrito in nessuna maniera (narrativa, tecnica, artistica): Io capitano è la drammatizzazione cinematografica di una cronaca di stampo documentario, un’operazione mossa da eccellenti intenti sociali ed etici che, però, non mi pare si distingua per merito cinematografico.
Se dovessi valutare questo progetto per il suo valore morale, a Garrone, darei tutti i premi, gli attestati e i riconoscimenti del mondo e un’interminabile stretta di mano calorosa, perché è chiaro da molto tempo che il regista romano è persona sensibile ed empatica e che fare questo film è stato un lavoro molto impegnativo, anche dal punto di vista emotivo. Ma, cinematograficamente parlando, il film non mi ha convinta.
Banalmente, da questo autore, mi aspettavo (davvero) altro. Magari, proprio un documentario.

Comunque, penso che sia un film da vedere e da consigliare, perché è un racconto lineare e onesto, attuale in modo drammatico, inconcepibile e doloroso, eppure vecchio come il mondo.
Sempre che, per paradosso, considerandolo un’opera di finzione cinematografica, chi -finora- non ha dato peso o non ha prestato fede alle testimonianze reali, guardandolo, pretenda di mettere in discussione quel che il film racconta.

Per tutta la durata del film, ho pensato che Massimo Ceccherini (co-sceneggiatore, con altre illustri penne e con lo stesso Garrone: i due hanno lavorato insieme anche alla sceneggiatura di Pinocchio), potrebbe passare dall’essere stato eliminato dall’Isola dei Famosi per una bestemmia in diretta nazionale alla Notte degli Oscar 2024 (ndA: in questo momento, Io capitano è in corsa per entrare nella shortlist dell’Academy dedicata ai film stranieri).

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16 Settembre 2023 in Io Capitano

Garrone racconta una storia che già conosciamo, ma lo fa rovesciando la prospettiva con cui noi guardiamo solitamente al fenomeno migratorio: tenta di farci immedesimare in uno dei tanti giovani che affrontano il deserto le carceri e il mare per giungere a noi. La narrazione è semplice e lineare ma potente, è realistica ma poetica, non nasconde nulla della tragicità del viaggio ma senza moralismo e retorica. Da questo punto di vista si rivela vincente la scelta di raccontare la storia non di qualcuno che fugge dalla propria patria per necessità ma che si muove verso un altrove spinto dall’immaginazione e dalla speranza: quell’altrove è la nostra casa, l’Europa-Occidente come spazio sognato e contemporaneamente negato. Un film potente anche per la sua capacità di indagare il tema dello sguardo: da questo punto di vista l’operazione di Garrone mi sembra complementare a quella compiuta nel 2016 da Gianfranco Rosi con l’ottimo “Fuocoammare”.

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11 Settembre 2023 in Io Capitano

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Tecnicamente ineccepibile ma personalmente non ho riconosciuto la mano di Garrone in quest’opera. Avendo vissuto in prima persona scenari difficili in Libano, Turchia e Siria, mi sarei aspettata un maggior approfondimento, concentrandosi magari su alcuni step del viaggio e non affrontandoli in maniera sommaria. Forse il linguaggio del documentario è più appropriato per raccontare determinate situazioni. Se rimaniamo nell’ambito della fiction, magari mi sarei aspettata un twist nel finale invece di un happy ending. Sarò cinica, ma durante la visione non ho provato mai empatia oppure mi sono emozionata. Probabilmente la parte più interessante è stata la preparazione della partenza in Senegal da parte dei due ragazzi.

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