anche sei e mezzo / 4 Dicembre 2012 in Ginger & Rosa

Sally Potter struttura bene il film e ha una grande cura per le inquadrature anche grazie ad una bella fotografia. Un film caratterizzato dalla persistenza nel primo e primissimo piano, una scelta invasiva sui volti degli attori che centralizza il discorso sulle psicologie di tutti. Ma sono anche molto belle alcune composizioni quali Ginger e il padre che mangiano insieme controluce in un lucore abbagliante, le ragazze in riva al mare. Cosa manca alle ragazze del 2012 che invece quelle del 1962 avevano? La dimensione sociale e politica dell’esistenza. Qui c’è la bomba, la crisi di Cuba, l’attivismo politico ideologico, la difficoltà nell’esser coerenti fra scelte identitarie politiche e scelte private. Due amiche crescono in simbiosi, l’una abbandonata dal padre, l’altra in un humus culturale vivissimo, Rosa alla rincorsa della maturità e alla ricerca dell’amore per sempre in definitiva segue i passi della generazione precedente senza riuscire a venir fuori dallo schematismo maschilista della società d’allora. L’altra, Ginger, stimolata dall’anticonvenzionalità delle persone a lei vicine, più infantile, ma anche più sensibile al mondo esterno, invece rielabora le sconfitte della madre, le idee e le rese del padre per trovare una via diversa in cui coniugare quello iato complicatissimo fra pubblico e privato.
Un cast smagliante, la Elle Fanning sempre brava, la storia non sa che strada prendere, lo specchio psicologico e privato del tradimento dell’amicizia e della paternità che solo la ragazza in fondo supera con dolore, ma con consapevolezza, riflette un filo rosso femminista anche in rapporto alle vite delle madri e alla loro difficoltà nell’essere persone autonome; la parte pacifista fa i conti con l’integrità ideologica di personaggi pubblici e di migliaia di attivisti; la parte della costruzione di una persona (quella di Ginger) dibatte il tema della libertà che coincide sì con l’autonomia decisionale, ma che deve anche prendere in considerazione la socialità dell’esistenza e quindi le ricadute di quelle decisioni sugli altri. Film molto sentito, forse autobiografico, a mio parere senza una idea decisa alla base però trasmette una vitalità fortissima, viscerale che oggi noi guardiamo con una nostalgia immensa.

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