18 Luglio 2013 in Entre os Dedos

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La famiglia per una volta c’è. Litigano col coltello tra i denti, ma c’è. Un muratore perde il lavoro per aver parlato troppo dopo un incidente mortale in un cantiere; i soldi per tirare avanti non ci sono più. Il nucleo familiare lentamente si disgrega e si lacera, descrivendo come l’incapacità di comunicare finisca per sostituire il dubbio se davvero ci sia ancora qualcosa da dire. Il tutto reso asciutto e concreto da un’eccellente fotografia in bianco e nero che insegue le espressioni sempre più preoccupate dei protagonisti. A proposito di incomunicabilità, sarà forse un silenzio a sancire la conclusiva riappacificazione. Cinema sociale e triste, di quelli con poche speranze nella società se non nei singoli individui – e quasi esclusivamente donne; per gli uomini di speranze lasciamo stare. Di quelle testimonianze doverose pur senza niente di eccezionale.

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