Cattive acque

Robert Bilott è un avvocato specializzato in cause per difendere le aziende chimiche. Si troverà a difendere invece un semplice contadino contro il colosso industriale/chimico statunitense DuPont.
Una dura e lunga guerra ambientalista tratto da una storia vera che ci lascia con un senso di impotenza.
Bravissimo Mark Ruffalo nell’interpretare il protagonista Bilott.
Un film denuncia sempre troppo attuale.
“… e se quello che sta uccidendo le mucche si trovasse nell’acqua potabile?”
Da vedere!
Ad maiora!
#filmaximo

Non sapevo fosse una storia vera. Il tutto diventa subito più interessante quando -oh diavolo ma allora riguarda tutti noi!-
Un ottimo Ruffalo, un film denuncia di un pericolo e di un problema che, confesso, ignoravo completamente.
Dalla singola segnalazione di un allevatore di bestiame, un avvocato, quasi sempre dalla parte delle aziende chimiche, si troverà dal lato opposto, coinvolto in qualcosa di molto grande e che lo terrà impegnato molto a lungo.
E a casa la povera Anne Hathaway, sola. Ah, che spreco!

Interessante thriller legale che sembra quasi un romanzo di Grisham.
Robert Bilott (Mark Ruffalo) è un avvocato di Cincinnati che è appena diventato socio del suo studio; quel giorno si presenta nel suo ufficio il contadino Wilbur Tennant (Bill Campo), conoscente della nonna, che
gli chiedi di indagare su un possibile scarico di materiale chimiche da parte di un’azienda, la Dupont, nelle acque di un ruscello che ha avvelenato le sue mucche.
Film interessante con la battaglia legale che si protrae per tanti anni; Bilott inizialmente quasi rifiuta il caso ma poi pian piano se ne appassiona rischiando di trascurare la moglie Sarah (Anne Hathaway) e i figli. Visto che la battaglia si dilunga negli anni, il film ogni tanto
rallenta forse un po’ troppo ma si fa comunque ben seguire con un buon ritmo.
Nel resto del cast da citare Rim Robbins nei panni del capo di Bilott, Victor Garber è il responsabile della Dupont.

Eh si, il film è bello bello . Con un Mark Ruffalo sugli scudi e un tema caldissimo , quanto raggelante.
Peccato che sia il copia incolla di Erin Brockovich con Julia Roberts.Con il “cromo esavalente” sostituito dal “PFOA C-8”
Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è la ricostruzione del periodo ’80 : ma dai , sembrano gli anni 60 , max 70 quelli del film!
come il periodo fine anni 90, sembra invece fine anni ’80.
Arredamenti , auto, vestiti troppo “old” rispetto al periodo rappresentato.