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Crimes of the Future

/ 20226.373 voti

Assurdo ed insensato… / 15 Giugno 2023 in Crimes of the Future

Un film davvero difficile da reggere fino alla fine… l’assurdo, l’eccesso, la crudezza e l’incompresibilità regna sovrana… Se l’avessi visto al cinema penso che ne sarei uscito in stato di shock… una trama che prende forma solo negli ultimi 30min… in sintesi un prodotto inguardabile con un cast di eccezzione che deve essersi sforzato parecchio per non fuggire a gambe levate dal set…

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Arte vacua / 19 Dicembre 2022 in Crimes of the Future

In Crimes of the Future (nulla in comune con l’omonimo film del 1970, se non il titolo) assistiamo a una performance artistica singolare, in cui la performer rimuove organi sovrannumerari al suo partner. È una vista disgustosa, ma che accompagnata dal gergo adatto pretende di essere stata trasformata in arte, secondo l’equivoco molto diffuso per cui qualsiasi cosa – non importa quanto banale o appunto disgustosa – può diventare arte se ammantata di un significato estrinseco.

Cronenberg sembra a tratti consapevole dell’inganno alla base di questa operazione: la stessa performer osserva con acutezza “noi creiamo significato dalla vacuità”; ma alla fine il film si adegua allo stesso meccanismo: non è denuncia di un’arte vacua, ma arte vacua esso stesso, con una sfilza di immagini stomachevoli o grottesche o ridicole che dovrebbero transustanziarsi in opera di valore solo in virtù di un continuo parlarsi addosso. Nel futuro di Crimes of the Future tutti gli edifici sono invariabilmente délabrées; quasi tutti i personaggi mangiano di continuo cose inappropriate o in momenti inappropriati, magari usando una “sedia colazionista” (forse l’invenzione peggiore del film); l’evoluzione impazzita (!) ha fatto sparire senza un motivo e dall’oggi al domani il dolore e le infezioni – convenientemente per le continue operazioni chirurgiche effettuate da dilettanti; il protagonista se ne va in giro intabarrato in un caffettano in stile tuareg, con maniche troppo lunghe, e quando gli chiedono perché risponde con un sublime “Sento freddo”. Tutto questo mostrato senza la benché minima ironia, punteggiato qua e là da qualche nudità gratuita, e immerso in una trama spesso incomprensibile.

Viggo Mortensen tira fuori la sua vena bizzarra, mentre Kristen Stewart indossa i panni – credo nuovi per lei – di un’esaltata insicura. Léa Seydoux riesce nell’impresa di restare seria e di non scappare dal set fino alla fine del film.

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7 Ottobre 2022 in Crimes of the Future

Stando a critica e giornali, doveva essere il film della settimana, ed era uscito sia nei circuiti di prima visione, sia in quelli di essai. Ma per quanto si capisca a grandi linee dove voglia andare a parare, negli sviluppi specifici non ci ho capito niente, a partire dal titolo, credevo di aver visto invece Bodies Bodies Bodies (che però parla di tutt’altro).

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incredibile / 6 Settembre 2022 in Crimes of the Future

non credo di avere mai abbandonato la visione di un film in una sala cinema. Ma i primi 30 minuti mi hanno steso. Imbarazzante. Cronemberg, era meglio ci lasciavi in ricordo i tuoi grandi capolavori del passato e basta.

1 Settembre 2022 in Crimes of the Future

Mi è sembrato una perfetta sintesi della poetica di Cronenberg, riassumibile in una frase: l’amore e la morte passano dagli stessi buchi.

Crimes of the Future / 27 Agosto 2022 in Crimes of the Future

Il ritorno al cinema di Cronenberg dopo 8 anni è un evento, il ritorno alla sua estetica degli anni ’80 e ’90 dopo oltre vent’anni è un evento ancor più grande. Eppure…

Eppure c’è un problema non da poco, ovvero che che quell’estetica rivoluzionaria allora, oggi è stata abbondantemente digerita e mainstreamizzata, diventata talmente in voga che l’anno scorso il festival più importante del mondo è stato vinto da un film mediocrissimo come Titane, la cui unica qualità era essere Cronenberghiano, o sedicente tale.
E quindi questo Crimes of the Future appare come un film che vorrebbe essere radicale ma non lo è perché non può più esserlo, pur con la grandiosa intelligenza simbolica di Cronenberg sempre presente.
Nel calderone: l’esposizione del corpo – fino all’estremo – come chiave del successo; l’arte come merce; la capacità di adattamento umana che si spinge all’adattamento dei suoi stessi disastri (esseri evoluti che digeriscono la plastica); il piacere sessuale raggiunto solo attraverso la chirurgia e la tecnologia. Tutto presentato con saggezza, ma in fondo nulla che Cronenberg non ci avesse già detto, e meglio. E soprattutto, quando lo diceva negli anni ’80 preconizzava un futuro, oggi sembra “solo” descrivere un presente.

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