La rivincita delle sfigate

L’attrice Olivia Wilde passa alla regia cinematografica e si dedica a una commedia a tema adolescenziale, inserendo nel cast un po’ di amici: Maya Rudolph offre un cameo vocale, Lisa Kudrow fa una mezza comparsata, (l’allora fidanzato) Jason Sudeikis poco di più.

Per niente innovativo nei temi, Booksmart (inspiegabilmente tradotto in italiano come La rivincita delle sfigate) propone una storia di amicizia e crescita ben fotografata, con due protagoniste in qualche modo blandamente scorrette (ben interpretate da Beanie Feldstein e Kaitlyn Dever, correttamente efficaci nella caratterizzazione) che, alla fine, nonostante qualche elemento originale di colore, sono la fotocopia di mille altre storie di formazione ambientate negli arrembanti licei statunitensi, in cui l’apparenza sembra sempre fondamentale, per riuscire ad affermarsi.

Nel complesso, film buono per una serata svuotacervello sul divano.

Arrivo a cinque stelline, ma con un po’ di fatica.

Deludente esordio alla regia di Olivia Wilde.
Amy (Kaitlyn Dever) e Molly (Beanie Feldstein vista in Lady Bird) sono due amiche per la pelle che frequentano l’ultimo anno del liceo. Si sono dedicate completamente allo studio trascurando il divertimento ma si accorgono che i loro compagni di classe, nonostante abbiano studiato molto meno di loro, andranno a college prestigiosi quanto i loro. Decidono allora di rifarsi, dedicando una notte al divertimento sfrenato o quasi.
Mi aspettavo una commedia più brillante e divertente (come al solito avevo letto giudizi positivi) ma in realtà è irritante, a tratti volgare e con due protagoniste abbastanza antipatiche. Quando a volte riesce ad accendere un sorriso allo spettatore, capita qualcosa di irritante, imbarazzante o volgare a far richiudere le labbra. Quasi tutti gli studenti del liceo sembrano stupidi, fatti o strani fomentando più di un dubbio sulla possibile estinzione del genere umano.
Nel resto del cast da citare Lisa Kudrow purtroppo nel piccolo ruolo della mamma di Amy, Jason Sudeikis nei panni del preside.

Per valutare subito la bontà di un film controllate sempre il numero di quanti sceneggiatori hanno partecipato alla stesura. Se supera le due unità raramente si tratta di un titolo valido. Booksmart non fa eccezione.
Visto, rivisto e stravisto. Francamente Non mi spiego le valutazioni iperpositive di cui gode questo “Booksmart”.
L’avvio mi aveva tutto sommato interessato ma ben presto, dopo nemmeno 20 minuti, mi ero già pentito della scelta. Aldilà di qualche buona interpretazione che si salva e di un ottima fotografia, la storia è banalmente trita e prevedibile in ogni suo singolo aspetto.

Voto: 4,5