4 Recensioni su

Blancanieves

/ 20127.332 voti

8 Settembre 2014 in Blancanieves

Blancanieves è un crocevia di emozioni, che non lasciano al colore il tempo di sfumare.
Blancanieves è l’abbozzo che non necessita del chiaroscuro, perché diluito da toni più acerbi che scuri; nonché lo specchio convesso di una fiaba, che per la sua peculiarità, trae dolore dalla bellezza, e bellezza dal dolore.
Blancanieves è l’atipicità che si conforma alle regole, e ai toni sempre più duri di una società senza tempo.
Blancanieves non è un film muto, in quanto il suo linguaggio apre a dialoghi di natura interiore, né un semplice riferimento a opere di noti autori, né imitazione di pellicole ben più note.
Blancanievies è banale quanto originale, prevedibile quanto sorprendente, e carezzevole quanto un vento di ponente.

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Specchio, specchio delle mie brame… / 27 Dicembre 2013 in Blancanieves

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Favola in tutto e per tutto, non solo per via dell’ispirazione narrativa “classica”: la sospensione temporale delle vicende (la presenza delle automobili, per esempio, o dei grammofoni e degli apparecchi fotografici, colloca la storia in un vago contesto, senza che esso sia comunque fondamentale) e l’universalità delle stesse rendono il racconto decisamente intrigante.

I richiami estetici a Vigo e alle architetture di Piranesi, complice un b/n avvolgente e carezzevole, sono gradevolissimi e devo dire che, a più riprese, la presenza dei freaks, la solidarietà tra di essi e la conclusione dai toni vagamente necrofili mi hanno fatto venire in mente il bel romanzo Notti al circo di Angela Carter.

Promosso.

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16 Novembre 2013 in Blancanieves

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo era al Torino Film Festival dell’anno scorso. Alla gente piace molto andare al TFF per poter dire di essere stati a vedere un film del TFF, e spacciarsela. Se invece lo stesso film esce in sala mesi dopo, le stesse persone non se lo cagano di pezza, manco si accorgono che c’è; però per l’ennesima volta nella vita per un attimo si sono sentiti cool.
Ripresa della storia di Biancaneve (ah l’avevi capito? Toh…), ma senza parole e in b/n, con esigue didascalie, nella Spagna di inizio di quel secolo là, e innestata in una famiglia di toreri. Carmencita nasce, la mamma muore, intanto il padre supertoreador ha l’incidente fatale nell’arena. Il padre sposa l’infermiera malvagia e sadico-arrivista (funzione: strega matrigna), Carmen viene allontanata da casa e, persa la memoria, finisce in un losco giro di nani toreador (mannò so’ttenerissimi!), coi quali diventerà una toreadora? Torera? Famosa? Sì, e la matrigna le darà la mela, e morirà. Ma chi? BOTH!
La messinscena della fiaba soffre un minimo dei pezzi di storia che già sappiamo o immaginiamo – è difficile sorprendere qualcuno con la storia di Biancaneve, al massimo con le variazioni sul tema – ma è costellata invece di momenti toccanti: su tutti il rapporto ritrovato col padre da bimba, per come è indagato negli sguardi, mentre altrove la matrigna fa le mises stupidobuffe, ma anche il fiume dei ricordi che le risale carsicamente dentro da adulta, nel riconoscimento quasi-finale. La realtà è che non puoi fare un film cupo e spagnolo senza nani (vabbè, per me i film coi nani rulezzano), e ci sono costellazioni di richiami, alle estetiche di Jean Vigo, al mondo alla rovescia di Freaks e alle ispanofollie di Balada triste de trumpeta.
Come detto i nani spaccano, e c’è il nano (funzione principe azzurro mode on) innamorato che glielo vuole appoggiare, il nano travone (vabbè, travino), e un finale triste da commozione e necrofilia.

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29 Novembre 2012 in Blancanieves

Togliamo subito ogni dubbio: non si tratta di un nuovo “the artist”.
In questa pellicola spagnola la storia non è facile facile ma è molto più articolata e complessa. Forse ci sono troppe cose ma il filo conduttore è sempre l’amore, l’amore perduto, l’amore filiale negato e poi ritrovato, l’amore impossibile.
Anche il richiamo alla favola è limitato alla presenza dei nani (sei e non sette) e ai tentativi di omicidio perpetrati dalla matrigna quindi questo film fa storia a sé.
E’ un film interessante che forse soffrirà dell’inevitabile confronto con il film francese ma che offre un finale molto più poetico.

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