As bestas - La terra della discordia

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As bestas - La terra della discordia

Olga e Antoine, francesi, si trasferiscono in un paesino spagnolo immerso nella Natura, alla ricerca di serenità, con l'intenzione di vivere del lavoro nei campi. Ma la presenza della coppia agita alcuni abitanti del posto che, non molto tempo dopo l'arrivo dei due, dimostrano una forte ostilità e, presto, una incredibile violenza.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: As bestas
Attori principali: Marina Foïs, Denis Ménochet, Luis Zahera, Diego Anido, Marie Colomb, Machi Salgado, David Menéndez, Luisa Merelas, José Manuel Fernández y Blanco, Federico Pérez Rey, Javier Varela, Xavier Estévez, Gonzalo García, Pepo Suevos, Emile Duthu, Luis P. Martínez, Melchor López, José Antonio Fernández, Ramón Porto, Poli Suárez, Faustino Álvarez, José Manuel García Soria, Mercedes Samprón Pérez, Marta Lado, Evaristo Calvo, Aurelio Alanso, Eduardo Silva, Cheli Frade, Cristophe Lago, Mardom, Javier Pato, Sandra García Ramos, Alba Pego, Manuel Vecín González, María Blanca Díaz, Elisa García, Quini Novoa, Roi Vicente Monteagudo, Pablo Silva Prado, Diego Otero Bello, Mostra tutti

Regia: Rodrigo Sorogoyen
Sceneggiatura/Autore: Rodrigo Sorogoyen, Isabel Peña
Colonna sonora: Olivier Arson
Fotografia: Alejandro de Pablo
Costumi: Paola Torres
Produttore: Ibon Cormenzana, Ignasi Estapé, Anne-Laure Labadie, Jean Labadie, Sandra Tapia Díaz, Sandra Tapia Díaz, Thomas Pibarot, Rodrigo Sorogoyen
Produzione: Francia, Spagna
Genere: Thriller
Durata: 138 minuti

Dove vedere in streaming As bestas - La terra della discordia

29 Febbraio 2024 in As bestas - La terra della discordia

In un piccolo villaggio in Galizia, una coppia di francesi realizza il sogno di vivere curando il proprio orto bio e restaurando case per favorire il ripopolamento. I loro vicini, del posto, sono in forte conflitto con la coppia perché quest’ ultima contraria a installare pale eoliche in zona, cosa che invece i vicini vorrebbero fortemente. La differenza culturale e l’aumentare dell’aggressività dei locali verso i francesi evolverà in un evento tragico. Molto interessante la parte in cui il vicino aggressivo spiega le sue ragioni, perché costringe lo spettatore a quel punto a non stare completamente da una parte, a comprendere i motivi del conflitto, pur senza condividerlo. Molto bello anche il finale nel quale si evince la sostanziale differenza delle donne coinvolte nell’affrontare il problema, per eventualmente trovarne la soluzione.

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Film pietroso, onesto e stimolante / 18 Aprile 2023 in As bestas - La terra della discordia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

As bestas di Rodrigo Sorogoyen è un film (pluripremiato ai Goya 2023) che, in maniera essenziale, oso dire efficiente, mette in scena istinti primordiali e ignoranza congenita con sufficiente realismo e senza particolari didascalismi (pur presentando caratteri e sviluppi “prevedibili”).
È un film molto “narrativo” (la storia principale e quelle che vi si innestano tendono -apparentemente- a prevalere sulla forma tecnica ed estetica) che, però, dimostra di avere una cura non indifferente nei confronti di alcune scelte di carattere tecnico (in particolare, fotografia, musiche e sonoro in presa diretta – questo, davvero eccellente, soprattutto, se penso a quello, per me discutibile, di alcuni film italiani visti di recente).

Il film, sceneggiato da Sorogoyen con Isabel Peña (che, se non sbaglio, ha lavorato a tutti i precedenti lavori del regista spagnolo: lungometraggi, corti, serie tv), è molto onesto e stimolante, perché non manca di sollecitare dubbi nello spettatore. Cioè, si appoggia solo in apparenza alla dicotomia tra “buoni” e “cattivi”.
Certo, affronta la frustrazione della persona tendenzialmente pacifica che si scontra con l’ignoranza culturale, morale e certe tare psicologiche di terzi e che non riesce a far valere ragionevolmente le proprie ragioni (e, qui, Sorogoyen fa qualcosa di profondamente diverso da, che so, il Peckinpah di Cane di paglia o il Boorman di Quel tranquillo weekend di paura, con cui, comunque, condivide l’abbrivo).

In particolare, la scelta affatto banale del regista spagnolo, che non scade nella prevedibile risposta “dente per dente” e che, al contrario, modula con sapienza i chiaroscuri dei personaggi coinvolti, come se li delineasse spostando continuamente dall’uno all’altro il fascio di luce di una immaginaria lampada a soffitto, si rivela in corrispondenza di un passaggio centrale della messinscena.
C’è un dialogo rivelatore, tra Xan (l’efficacissimo Luis Zahera) e Antoine (Denis Ménochet), in cui il primo esplica come, a suo dire, le scelte di vita del francese abbiano condannato definitivamente gli ultimi abitanti del villaggio alla condizione di miseria che li accompagna da generazioni.
In quell’istante, lo spettatore non può non sentire vacillare le proprie simpatie (o antipatie) e percepire chiara e forte una empatia con chi, fino a quel momento, aveva tacciato come “cattivo” (pur non giustificandone gli atti).
Applausi per Sorogoyen.

Mi permetto un consiglio: guardate questo film in versione originale, come, giocoforza e, quindi, praticamente per caso, ho fatto io (attualmente, infatti, l’unica sala che lo proietta nella mia zona lo propone solo sottotitolato in italiano).
Nella versione italiana del film, i dialoghi in spagnolo galiziano sono tradotti nella nostra lingua (mentre restano invariati quelli in francese). Ma, così, stando alle clip doppiate che ho visto, nonostante l’impegno dei doppiatori, mi pare che si perda l’indispensabile violenza ruvida, quasi pietrosa, dei dialoghi originali.

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