Recensione su Tonya

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Vittima o carnefice? / 4 Gennaio 2021 in Tonya

Vittima o carnefice? Il film di Gillespie sembra assegnare a Tonya Harding il primo ruolo, visto che ne minimizza le responsabilità nell’azzoppamento della rivale e ne racconta al tempo stesso la vita punteggiata dalle angherie della madre, del marito manesco e dei giudici di gara. Qualcosa però non torna: di Tonya il film sembra più propenso a ridere che a prendere le parti; quella che è a tutti gli effetti – secondo le premesse accettate dagli autori – una tragedia, viene invece raccontata come commedia. Un critico intelligente ha notato come Gillespie sembri considerare i modi e la maniera di vestire e di parlare della Harding un legittimo oggetto di scherno, esattamente come i giudici arcigni che nel film la discriminano. Il pregiudizio di classe si conferma uno degli ultimi pregiudizi accettabili nell’America di oggi.

Allison Janney (LaVona Golden) si produce qui nell’interpretazione della sua carriera, premiata con un meritatissmo Oscar. Margot Robbie è ugualmente brava, ma ho avuto qualche difficoltà a trovarla credibile nei panni iniziali della Harding quindicenne.

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