8 Recensioni su

Tonya

/ 20177.3271 voti

L’arte dell’indipendenza / 6 Agosto 2023 in Tonya

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Tonya” è un film biografico diretto da Craig Gillespie, che offre uno sguardo avvincente e controverso sulla vita della famosa pattinatrice di figura statunitense, Tonya Harding. Interpretato in modo magistrale da Margot Robbie nel ruolo di Tonya, il film ci porta in un viaggio nel mondo dello sport e della celebrità, rivelando la complessità della vita e della carriera di questa icona.

Il film è costruito come una narrazione intervallata da interviste ai personaggi principali, inclusa la stessa Tonya Harding. Questa struttura unica aggiunge profondità alla storia, permettendo a Tonya di esprimere il suo punto di vista e sfidare le percezioni del pubblico.

La performance di Margot Robbie è una vera rivelazione. Con una dedizione incredibile, l’attrice dà vita a un personaggio complesso e contraddittorio. Riesce a trasmettere sia il lato vulnerabile che la forza e la determinazione di Tonya, facendoci capire il suo percorso e le sfide che ha affrontato.

Il cast nel complesso è straordinario. Allison Janney, nel ruolo della madre di Tonya, offre un’interpretazione memorabile che le è valsa il premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Le dinamiche complesse tra Tonya e sua madre sono uno degli elementi più intensi e commoventi del film.

La regia di Craig Gillespie è audace e coinvolgente. Con uno stile visivo dinamico e una colonna sonora energica, il film cattura l’essenza del mondo del pattinaggio artistico e della cultura degli anni ’90.

Fin dall’infanzia di Tonya, il rapporto con sua madre è stato complesso e instabile. LaVona, con la sua personalità dominante e autoritaria, ha influenzato profondamente la vita di Tonya, plasmando la sua ambizione e il suo talento nel pattinaggio. Tuttavia, la sua stessa ambizione e la sua incapacità di esprimere amore in modo tradizionale hanno spesso creato tensioni e conflitti tra di loro.

LaVona è un personaggio ambiguo, apparentemente desiderosa di aiutare Tonya a raggiungere il successo, ma spesso usando metodi duri e abusivi. Le scene di abuso fisico e verbale mostrano la complessità del loro rapporto e suscitano empatia per Tonya, che lotta con il desiderio di ottenere l’approvazione della madre e il bisogno di distanziarsi dalla sua negatività.

Nonostante tutte le difficoltà, il rapporto madre-figlia nel film presenta momenti di connessione e di comprensione. In alcune scene, vediamo brevi istanti di tenerezza e vulnerabilità tra LaVona e Tonya, che suggeriscono che, nonostante tutto, c’è un legame profondo tra loro.

Il film esplora anche come le dinamiche familiari e l’influenza della madre abbiano contribuito a plasmare la personalità e la carriera di Tonya. Il loro rapporto ha avuto un impatto duraturo sulla vita della pattinatrice, modellando la sua fiducia in se stessa e le sue difficoltà ad affrontare la fama e l’attenzione mediatica.

“Tonya” è un film che sfida lo spettatore a riflettere sulla percezione dei personaggi pubblici e sulla manipolazione dei media. Ci fa interrogare su cosa significhi essere umani e sulle sfide che incontriamo nel perseguire i nostri sogni.

“Tonya” è un film avvincente e coinvolgente che offre una nuova prospettiva sulla vita di Tonya Harding. Con interpretazioni straordinarie e una regia audace, il film ci affascina e ci emoziona, facendoci riflettere sulla complessità dell’essere umani e sulla realtà al di là delle apparenze. Un ritratto potente e avvincente di una delle figure più controverse e affascinanti dello sport americano.

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Vittima o carnefice? / 4 Gennaio 2021 in Tonya

Vittima o carnefice? Il film di Gillespie sembra assegnare a Tonya Harding il primo ruolo, visto che ne minimizza le responsabilità nell’azzoppamento della rivale e ne racconta al tempo stesso la vita punteggiata dalle angherie della madre, del marito manesco e dei giudici di gara. Qualcosa però non torna: di Tonya il film sembra più propenso a ridere che a prendere le parti; quella che è a tutti gli effetti – secondo le premesse accettate dagli autori – una tragedia, viene invece raccontata come commedia. Un critico intelligente ha notato come Gillespie sembri considerare i modi e la maniera di vestire e di parlare della Harding un legittimo oggetto di scherno, esattamente come i giudici arcigni che nel film la discriminano. Il pregiudizio di classe si conferma uno degli ultimi pregiudizi accettabili nell’America di oggi.

Allison Janney (LaVona Golden) si produce qui nell’interpretazione della sua carriera, premiata con un meritatissmo Oscar. Margot Robbie è ugualmente brava, ma ho avuto qualche difficoltà a trovarla credibile nei panni iniziali della Harding quindicenne.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 26 Aprile 2019 in Tonya

Discreto film tratto dalla storia vera della pattinatrice Tonya Harding.
Il film, come si evince dal titolo, narra la storia di Tonya Harding (l’ottima Margot Robbie) con la madre Lavona (Allison Janney) con cui ha un rapporto a dir poco conflittuale; la madre la spinge verso la carriera di pattinatrice ma senza dimostrare troppo affetto o apprezzamento per la figlia. Tonya per allontanarsi dalla figura materna sposa Jeff Gillooly (Sebastian Stan, il Bucky Barnes di Capitan america) conosciuto quando lei era ancora minorenne ma anche il matrimonio sarà turbolento.
Film un po’ particolare perché la storia è narrata tramite segmenti di interviste ai protagonisti e ricostruzione dei fatti anche se esclusivamente dal punto di visto di Tonya; l’aggredita Nancy Kerrigan è solo sullo sfondo (e non si dilunga neanche troppo sulla spiegazione dell’aggressione). E’ comunque interessante con Tonya in continua lotta contro il mondo: prima la madre, poi il marito e poi il ghiaccio e i giudici.
Nel resto del cast da citare McKenna Grace (vista in Gifted) nei panni di Tonya bambina.

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Tutto per un triplo axel… / 11 Dicembre 2018 in Tonya

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Tonya Harding e la sua storia partendo da bambina con i suoi sogni fino ad arrivare ad essere la prima statunitense ad eseguire un triple axel.
Ma caro gli è costato.
Una madre pessima e odiosa, un marito da arrestare, ma ancor peggio un’America bigotta e falsa che pur di non dare merito alla sua classe gli assegnava punteggi inferiori a causa del suo stato familiare.
Una vergogna seguita poi dallo scandalo ormai famoso.
L’epilogo della sua storia poi ha dell’incredibile.
Non conoscevo Tonya e tutto il suo mondo. Triste ma molto bello come film.
Margot Robbie oltre che bellissima anche veramente brava mentre Allison Janney (la madre) bravissima quanto odiosa.
Incredibile poi le ricostruzioni delle gare. PERFETTE!!!
Molto bello.
Da vedere.
Ad maiora!

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Pattinaggio Scanzonato / 15 Aprile 2018 in Tonya

Risvolti scottanti su larga scala furbescamente elusi per buttarla sullo scanzonato pop, sulla tragedia in tono grottesco e sul bel c**o della Robbie, una toccata e fuga insomma e ancora una volta niente che una buona lettura non possa dare e meglio.

Tonya on ice / 26 Marzo 2018 in Tonya

Lo confesso: sono nel tunnel dell’intrattenimento del pattinaggio. Tutto è cominciato con l’anime Yuri on ice e ora continua con i campionati e la visione di questo film. L’agonismo è tipico dei racconti di sport e qui dire che è l’essenza della vicenda tragica della sua protagonista. Se fosse un anime sarebbe mimi Hayward, che non è il titolo ma bensì la protagonista, in cui la competizione è palpabile ad ogni puntata e sono tutte spietatissime e senza riserve morali. Diverso invece in caso di Yuri on ice in cui la scintilla è la competizione tra i 2 Yuri ma che ben presto diventa stima e supporto reciproco, decisamente un’anomalia nel mondo anime sportivo.
Ritornando al film desidererei sottolineare che il dramma sportivo è solo la superficie sotto si cela il racconto della provincia americana con la sua idea di successo e spesso di violenza nonché il disvelameno degli stereotipi legati agli sport, in questo caso grazia docilità, che portano Tonya a dire alla giudice SUCK MY DICK, una vera anti principessa che sui pattini non sarebbe dovuta stare! Ovviamente io adoro…

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una bomba / 23 Marzo 2018 in Tonya

Film intelligente, intrattenimento puro anche se analizza temi delicati e tragici sia all’interno di una famiglia che della società qui americana ma di tutto il mondo, in fondo. Sceneggiatura tagliente, cinica. Un film dinamico nella sua struttura tutta cambi rapidi di prospettive e di tempi e luoghi, divertente e grottesco.

Incubo americano / 23 Marzo 2018 in Tonya

All’inizio degli anni Novanta, la pattinatrice sul ghiaccio Tonya Harding è stata la prima atleta americana a eseguire in una competizione agonistica un salto difficilissimo, il triplo axel, ed è stata capace di ripeterlo senza fallo in diverse occasioni successive. Quanto bastava per farla entrare nell’Olimpo dello sport.
In realtà, il suo nome è diventato estremamente famoso anche all’estero per un altro motivo (ricordo chiaramente quando la notizia venne riportata anche dai tg italiani).
A lei, infatti, viene ricondotta l’aggressione violenta a una compagna di squadra olimpica, Nancy Kerrigan, che, pochi mesi dopo aver patito di una ferita a un ginocchio infertale da un maldestro “sicario”, avrebbe poi vinto la medaglia d’argento a Lillehammer ’94.

Come premesso all’inizio del film, questo biopic diretto da Craig Gillespie si basa su una serie di interviste particolarmente originali ai protagonisti della vicenda: Tonya, la madre LaVona, il primo marito Jeff, la prima allenatrice, una sedicente guardia del corpo, un giornalista.
Le dichiarazioni riportate sono evidentemente in contraddizione su molti punti e la sceneggiatura di Steven Rogers insiste bene sull’opinabilità dei punti di vista, ribadendo che, come accade nei “grandi misteri”, non esiste una sola verità e che questa ricostruzione ne propone una in particolare.
A fronte di questa considerazione preliminare, il film afferma con decisione una cosa precisa.

La storia di Tonya è la lampante dimostrazione che il sogno americano è una presa in giro.
La Harding è cresciuta indigente, vessata da una madre anaffettiva e violenta, molestata sessualmente da un fratellastro, picchiata ripetutamente dal primo marito. Potente e dotata, ha dimostrato in pista di essere una brava pattinatrice. Quelle caratteristiche che, nel mondo ideale propinatoci per decenni dagli U.S.A., in una sorta di campagna psicologica coercitiva, avrebbero potuto costituire i semi di una leggenda da tramandare (vedete? La Harding si è fatta da sé, con impegno e sacrificio, superando indicibili problemi, e noi la premiamo, per questo e per le sue doti) sono state il limite all’affermazione sportiva e personale di una persona.

Troppo povera, troppo grossolana, troppo impulsiva. Da quanto si apprende dal film, la Harding non veniva premiata adeguatamente dalle giurie delle competizioni nazionali a cui partecipava, perché non era ritenuta degna di rappresentare il pattinaggio americano per via di… se stessa. Invece di foraggiare il suo entusiasmo e il suo talento naturale (da piccola, rideva, quando pattinava: la pista era il suo elemento), i promotori dello sport americano hanno accresciuto la sua rabbia e la sua insicurezza.
Tonya non è stata uno di quegli atleti che hanno goduto di borse di studio o di agevolazioni legate alla propria attività agonistica. Privata dell’istruzione dai genitori, alla Harding è stata negata la possibilità di avere un’alternativa al pattinaggio, senza che peraltro questa attività potesse costituire per lei una fonte di sostentamento.

La madre ha giustificato i propri comportamenti nei confronti della figlia, dicendo che solo quando veniva bistrattata Tonya offriva le prestazioni migliori.
Tutti sembrano aver approfittato di lei: madre, marito, quel folle dell’amico che si spacciava per agente antiterrorismo, anche la pur apparentemente comprensiva allenatrice. Tonya ha fatto comodo a molti: le sue doti evidenti hanno fatto sognare chi, attraverso di lei, confidava in un’affermazione personale altrimenti irraggiungibile. Tonya è stata sopraffatta dalle ambizioni altrui.
Che sapesse o meno dei progetti relativi all’aggressione alla Kerrigan, Tonya è stata una vittima della sgangherata ambizione delle poche persone che hanno fatto parte della prima ma significativa parte della sua vita, quella dell’imprinting caratteriale, emotivo, sessuale.

Parteggiando chiaramente per la Harding e, quindi fornendoci un ulteriore punto di vista, cioè il suo, Gillespie racconta tutto questo attraverso un falso documentario mixato con la fiction, grazie a un montaggio degno di nota e vezzosi movimenti di macchina (le carrellate, in particolare) che, abbinati a una ricostruzione d’ambiente interessante e al surreale dialogo fra personaggi e pubblico al di fuori della cornice documentaristica, mi hanno ricordato (azzardo) certe cose di Scorsese. Le scene in cui la Harding pattina a velocità incredibili, con la macchina da presa che le vortica intorno (aiutata dalla CG), sono davvero adrenaliniche.
Il risultato è un racconto efficace, atroce e grottesco.
Brava Margot Robbie dallo sguardo folle e il sorriso spezzato, brava Allison Janney (oscar come non protagonista) che, qui, mi conferma di essere la gemella separata alla nascita di J.K. Simmons.

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