Recensione su Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

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QUANDO ESSERE UNA CELEBRITÀ NON SIGNIFICA ESSERE UN ATTORE! / 20 Marzo 2015 in Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

Un grandioso Michael Keaton è Riggan Thomson in Birdman, o (l’imprevedibile virtù dell’ignoranza) l’ultimo lavoro di Alejandro González Iñárritu, che ha fatto incetta (meritatissima!) di premi agli Oscar 2015.

Riggan è un attore decaduto che ha avuto tutto dalla vita grazie al successo di un suo personaggio, il supereroe Birdman. Affammato di gloria e in lotta con il suo alter ego cerca il riscatto tra i teatri di Times Square, portando in scena un adattamento di Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Carver. Ma Broadway non è Hollywood e Riggan si ritrova a fare i conti con la dura realtà. Una cosa è solo una cosa, non quel che si dice di quella cosa, recita una frase sul suo specchio, ma lo stesso specchio gli rilancia l’immagine di quello che non può non essere, la celebrità Birdman. Tra etichette e giornalismo da due soldi, Riggan cerca di superarsi, diventando finalmente attore. Cast superlativo, dove spiccano Emma Stone e ovviamente Keaton, a cui va il merito di aver saputo giocare sul suo passato (il riferimento a Batman è lampante!) superandolo. Ma Riggan riuscirà a far tacere Birdman?

Senza peli sulla lingua, varcando il confine tra realtà e finzione, Iñárritu ci regala un mostruoso esercizio di metacinema, aiutato da un piano sequenza continuo (reso grazie al digitale da Lubezki) e ci obbliga ad invadere i corridoi di Broadway, a mettere il fiato sul collo dei protagonisti, a sbirciare morbosamente nella loro intimità, il tutto sulle incalzanti note di una batteria.

2 commenti

  1. paolodelventosoest / 20 Marzo 2015

    Mi piace come scrivi le recensioni! E finalmente si va oltre alla sequenza infinita di commentini liofilizzati 😀

  2. Nancy / 20 Ottobre 2015

    Grazie 🙂

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