Recensione su Cloud Atlas

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Cloud Atlas, sei storie per raccontarne una / 1 Gennaio 2015 in Cloud Atlas

Incuriosisce molto questo lavoro dei fratelli Wachowski (a cui si aggiunge anche la regia di Tom Tyker) per l’originalità e la particolarità della sua struttura narrativa. Il film è il risultato di una serie di racconti, ambientati in spazi e tempi profondamente differenti (si passa dall’attuale Scozia ad una distopica Seoul, oppure dall’800 fino ad arrivare ad un non tanto improbabile futuro post-apocalittico). Ogni racconto è legato all’altro da un filo estremamente sottile. Un fattore che rende la visione per lo spettatore piuttosto impegnativa. Soprattutto perché sono proprio i “balzi” temporali quelli che rendono difficoltoso il compito.
Non avrà la stessa aura visionaria o il fascino di stampo action di cui era farcito Matrix, per citare un altro lavoro dei Wachowski, ma questo Cloud Atlas è senz’altro un film che merita comunque di essere visto, se non altro per la gran resa a livello di montaggio e per lo stimolante gioco che attua nei confronti dello spettatore, chiamato più volte a ricollegare i tasselli di quella che a prima vista può sembrare solo un’ingarbugliata e confusionaria matassa.

2 commenti

  1. inchiostro nero / 11 Gennaio 2015

    In realtà, oltre a ricomporre i pezzi di un puzzle narrativo, lo spettatore è anche chiamato a scinderlo, in quanto le regie sono diverse, ognuna con le peculiarità di chi le ha dirette.
    Forse qui vi è il vero limite.

  2. Francesco / 16 Gennaio 2015

    @inchiostro nero si, potrebbe essere anche quello in effetti

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