Recensione su Lo strano vizio della Signora Wardh

/ 19716.734 voti

Sergio Martino e il buco della serratura (che non c’è) / 20 Giugno 2022 in Lo strano vizio della Signora Wardh

Nel 1971, Sergio Martino lancia a poppe spiegate… pardon, vele spiegate la carriera di Edwige Fenech, con un thriller di ambientazione austriaca e ispanica ispirato a un reale caso di cronaca nera (il caso Fenaroli, conosciuto anche come il mistero di via dei Monaci) che, se pure si concede varie e vane lungaggini, ha un buon intreccio narrativo, caratterizzato da un finale complesso, ma “divertente” e ben risolto.

Dei film di genere all’italiana mi fa sempre sorridere (con affetto, intendiamoci) la pretestuosità degli inserti scabrosi. In questo caso, per esempio, il “vizio” del titolo non viene mai esplicitato integralmente (in sostanza, non ha un nome e non viene mai definito in alcun modo) e, piuttosto, per disvelarsi, si avvale di immagini dal taglio onirico (fra le migliori scelte formali del film).
Le splendide nudità della Fenech e quelle delle altre attrici in scena a cui viene chiesto di posare in desabillé sono mostrate pressoché sempre con la pruriginosa parzialità tipica del buco della serratura (anche se, materialmente, in questo caso, non esiste alcuna porta, fra l’occhio della cinepresa/dello spettatore e la scena).
Insomma, Lo strano vizio… dimostra la capacità (non sempre espressa altrove) di Martino di volere e sapere giocare benissimo con le suggestioni, soprattutto quelle che riguardano la sfera sessuale.

Ben sfruttato l’onnipresente ma mai noioso tema carillon-esco di Nora Orlandi.
Bella la fotografia “piena” e nitida di Emilio Foriscot capace di esaltare le forti fisicità dei volti degli attori (più o meno dotati artisticamente) e i dettagli d’ambiente (come i guanti di pelle e la lama di rasoio, protagonisti muti ma parlanti -non so se mi spiego- della scena).

Nota: nel 2004, Quentin Tarantino, ospite insieme a Joe Dante alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia in occasione di una rassegna dedicata ai “b-movies” italiani, definì Lo strano vizio… di Martino come uno dei suoi film preferiti, insieme a “Tutti i film di Di Leo, e poi Sollima con tutti gli spaghetti western ingiustamente messi nel ghetto”.

(Sei stelline e mezza)

Lascia un commento