ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Sono bastati davvero pochi minuti per farmi capire che questo film sarebbe entrato di prepotenza e con la giusta arroganza nella classifica dei miei film preferiti.
Non intendo tanto nelle parti tecniche o in dettagli da esperto cineasta quale non sono ma quanto per ciò che mi ha comunicato e per ciò che rappresenterà per me da ieri in avanti.
In realtà, prima di esternarvi le mie riflessioni, devo confessare che il mio giudizio complessivo sul film probabilmente non sarà molto equilibrato, da subito mi sono sentito coinvolto e trasportato dal personaggio principale e per lunghi, lunghissimi tratti mi ci sono identificato.
La differenza fondamentale è che non avendo mai subito forzature da nessuno sono riuscito ad evitare di vivere siutazioni che non avrei voluto vivere, cosa che al protagonista non è riuscita.
Probabilmente, daltro canto, rispetto ha lui mi sono imbattuto in maniera più profonda sul concetto di “normali” e “anormali” a cui, appunto per questo, sono fortissimamente legato.
Risultato è che il mio coinvolgimento morale ha indubbiamente pesato sul giudizio finale, sento questo film come un piccolo fratello minore da proteggere e custodire perchè mi ricorda diverse parti della mia vita, e me le ricorderà un giorno nel caso dovessi dimenticarle.
Il film con un discreto ritmo che dovrebbe non renderlo noioso anche a chi magari non viene catturato dall’argomento o non può identificarsi in qualsiasi modo, narra la storia di un giovane adolescente che viene identificato come “disadattato” perchè non riesce e non vuole conformarsi alla “normalità” del mondo che lo circonda.
Personalmente trovo il film, la sua idea, il suo principio comunicativo GENIALE.
Se visto con gli occhi e osservato con la mente mette in luce, forse pure abassando i toni tantissimi controsensi e idiozie della nostra società (sempre dal mio punto di vista) che costruisce le fondameta sul giudizio degli altri reazionato non tanto alla logica quanto piuttosto al confronto con i precedenti applicato al comportamento della massa, risultato matematico per cui:
sei conforme = appartieni alla categoria dei Normali.
non sei conforme = appartieni alla categoria degli anormali, disadattati, strani.
Sembra banale ma nella vita di ogni giorno per descriverlo con un aggettivo sarebbe più idoneo definirlo paradossale.
E’ incredibile notare quante persone si sputtanino la loro esistenza adattandola come abitudini e stile di vita al volere del prossimo e senza rendersene conto si ritrovino anziani e infelici e non contenti finiscano per ricercare i motivi della loro infelicità ancora negli altri senza capire mai che tale infelicità è dovuta principalmente al fatto che hanno trascorso la loro esistenza facendo, dicendo e vivendo
come richiesto dalla società e non come il loro destino e il loro cuore avrebbe voluto e richiesto.
Un altro argomento interessante trattato nel film è l’apparente follia, vissuta come assoluta normalità, dell’essere umano di rispondere a domande e risolvere problemi semplici in modo semplice. Esaltare ed esaltarsi per concetti banali
“sei di new york??”
“si, new york city”
“new york city ?!?!? wow”
“perchè wow???”
ok, non voglio andare oltre… però durante tutta la durata del film ho notato questo metter in luce quanto la normalità mi appaia anormale:
Giudico normale ciò che dettato dal cuore viene trasformato dai fatti, dalle azioni, dalle parole in gesti concreti. Giudico normale potersi sentire a disagio, poter non provare gioia od emozioni negli stessi modi e nelle stesse condizioni in cui altri dicono di farlo. Giudico normale non approvare certi pensieri e comportamenti
anche se fatti da tante altre persone.
Giudico anormale tutto ciò che viene fatto da una persona perchè altre fanno o hanno fatto così, perchè fare o dire qualcosa produce un aspettato comportamento o un aspettata reazione sull’altra persona. Giudico anormale dire, fare, pensare
qualcosa che non è frutto di un tuo ragionamento ma di quello di altri che tu ripeti con legerezza.
Giudico normale chi fa cose giudicate stravaganti, chi esprime un pensiero fuori canone, giudico normale chi non osserva certe regole o norme e facendolo non provoca dolore o danno al prossimo, giudico normale chi segue la sua indole e per farlo viene ignorato, denigrato, deriso o semplicemente non capito…
..perchè forse, essere in grado di capire, non è così normale..
Altro piccolo particolare, che mi fa adorare il film, contiene la sintesi di quello che per me sarebbe il funerale perfetto.
E da quello che ho letto, sono felice di non aver letto ancora il libro, cosa che conto di fare quanto prima.
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