Sandome no satsujin/The third murder / 8 Aprile 2018 in Il terzo omicidio

Il relativismo, la ricerca della verità sono un topic fondamentale del cinema, l’arte che più di tutte sta tra verità e menzogna. Ce lo ricorda un brillante legal thriller che, grazie a una sceneggiatura impeccabile, ci fa dubitare di tutto, tranne del colpevole (mostrato immediatamente). Da qui inizia il confronto tra l’assassino Misuni e il suo avvocato Shigemori, dove la ricerca della “vittoria” in aula si scontra con quella di una verità in cui credere o forse solo sperare e dove ad ogni dialogo, grazie ad abili tecniche di regia, a prospettive dinamiche, il confine tra queste vie ed i protagonisti, tra il reo e il giusto, si assottiglia fino a sparire, ad annullarsi, a lasciarci disorientati. Perché in fondo qual è la differenza tra una storia e la verità, e ha senso per noi spettatori saperla? Insieme a una mirabile descrizione di una famiglia spezzata, del lutto, della mancanza (purtroppo ricorrendo a stereotipi già visti), peccato per alcuni colpi solo sfiorati (il ruolo dei giudici, i moventi “nobili” ecc.) che avrebbero alzato il tiro di un’opera comunque già molto forte e densa. Candidato agli Asian Film Awards 2018 come miglior film

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