L'occhio che uccide
/ 19607.647 votiMark Lewis, un giovane operatore cinematografico traumatizzato nell'infanzia dal padre ricercatore che lo utilizzava come cavia per perversi esperimenti neuropsicologici, diventa da adulto un serial killer particolare: attratto morbosamente dalla paura delle sue vittime, s'inventa uno strumento di morte che gli permetta, al culmine dell'omicidio, di filmare su pellicola ogni istante dell'agonia. La sua volontà di uccidere vacillerà però in seguito all'amicizia con Helen, la sua inquilina, che s'innamorerà di lui senza sapere a quali pericoli va incontro...
scimmiadigiada ha scritto questa trama
Titolo Originale: Peeping Tom
Attori principali: Karlheinz Böhm, Anna Massey, Moira Shearer, Maxine Audley, Brenda Bruce, Miles Malleson, Esmond Knight, Michael Goodliffe, Jack Watson, Shirley Anne Field, Pamela Green, John Barrard, Robert Crewdson, Nigel Davenport, Michael Powell, Susan Travers, Martin Miller, Keith Baxter, John Chappell, Roland Curram, John Dunbar, Maurice Durant, Paddi Edwards, Cornelia Frances, Veronica Hurst, M. Le Compte, Mme. Le Compte, Bartlett Mullins, Pete Murray, Margaret Neale, Columba Powell, Guy Kingsley Poynter, Frankie Reidy, Alan Rolfe, Frank Singuineau, Peggy Thorpe-Bates, Robert Vossler, Brian Wallace, Brian Worth, Mostra tutti
Regia: Michael Powell
Sceneggiatura/Autore: Leo Marks
Colonna sonora: Brian Easdale
Fotografia: Otto Heller
Produttore: Michael Powell
Produzione: Gran Bretagna
Genere: Thriller, Horror
Durata: 101 minuti
Dove vedere in streaming L'occhio che uccide
“L’occhio che uccide” di Powell è un bel film schiacciato dal peso degli anni. La recitazione e le linee di dialogo sono pesanti e didascaliche rallentando un ottimo film che difetta solo per ritmo. Si perché per il resto è veramente notevole. Il soggetto è interessante, il racconto metacinematografico e il dramma psicologico sono affascinanti così come alcune soluzioni registiche adottate. Su tutte quella della soggettiva dell’assassino (non è spoiler, avviene al minuto 2) che verrà più volte ripresa in futuro da altri cineasti.
Un potenziale capolavoro frenato dal periodo di concepimento e da un regista non spregiudicato quanto un nostro Mario Bava. Se fosse uscito nel decennio successivo con la libertà creativa dettata dalla nuova Hollywood forse staremmo parlando di un classico e non di un cult.
Ad ogni modo i pregi sono superiori ai difetti e nel complesso mi è piaciuto.
Voto: 6,5
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