Le strade del male

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Le strade del male

West Virginia, tra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento. Willard torna dalla guerra fortemente traumatizzato, ma prova a iniziare una nuova vita con Charlotte, una dolce cameriera. Eppure, il dolore e la violenza si fanno beffe di lui, segnando il destino del figlio Arvin.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Devil All the Time
Attori principali: Tom Holland, Bill Skarsgård, Riley Keough, Jason Clarke, Sebastian Stan, Haley Bennett, Robert Pattinson, Harry Melling, Eliza Scanlen, Mia Wasikowska, Douglas Hodge, Kristin Griffith, Pokey LaFarge, Donald Ray Pollock, Banks Repeta, Emilio Subercaseaux Campos, David Atkinson, Matthew Vaughn, Billy Joe Bradshaw, Gregory Kelly, David Maldonado, Mark Jeffrey Miller, Ryan Anthony Williams, Wes Robinson, Todd Barnett, Michael Harding, Lucy Faust, Abby Glover, Kelly Lind, Cotton Yancey, Adam Fristoe, Morganna Bridgers, Karson Kern, Ivan Hoey Jr., Zack Shires, Drew Starkey, Caleb J. Thaggard, Ever Eloise Landrum, Given Sharp, Cory Scott Allen, Emma Coulter, Cody Jones, Madelyn Wall, Jason Collett, Eric Mendenhall, Teddy Cole, Michael H. Cole, Cort Chandler, Bruce Cooper, Daniel James Vaughn, Edward Hall, Jeff McCarthy, Santino Fontana, John Rue, Phillip DeVona, Kevin Waterman, Sarah Hamff, Shannon Frye, James H. Keating, Scott Rapp, Lawrence Hinkle, Kyle Sawyer, Emily Towles, Meagan Bown, Ben Bailey, Beth Scott, Kacey Hayes, Myles Phillips, Rebecca Douglas, Leslie Sides, Katie Flaherty, Matt Powell, Morgan Monroe, Jeff McKinney, Jason Charles Hill, Andrew Young, Mostra tutti

Regia: Antonio Campos
Sceneggiatura/Autore: Paulo Campos, Antonio Campos
Colonna sonora: Danny Bensi, Saunder Jurriaans
Fotografia: Lol Crawley
Costumi: Emma Potter
Produttore: Riva Marker, Randall Poster, Jake Gyllenhaal, Max Born, Annie Marter, Jared Ian Goldman, Marc A. Hammer
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Thriller, Poliziesco
Durata: 138 minuti

Dove vedere in streaming Le strade del male

Desolazione e grande cinema! / 30 Settembre 2020 in Le strade del male

Un film tragico come pochi. Duro e crudele.
Pieno zeppo di malinconia e tristezza.
Ma il cast che lo compone è davvero all’altezza, Tom Holland su tutti.
Una storia come tante, di personaggi in un parsino spersuto come tanti, dove accadono cose che spero non sono così comuni (per fortuna), che più tragica non ce n’è, che fa trattebere la rabbia e le lacrime ma che tocca il cuore.
Bello bello bello. 7,5.

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Imperfetto / 18 Settembre 2020 in Le strade del male

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film Netflix Le strade del male diretto da Antonio Campos è un adattamento, a firma dello stesso Campos e del fratello Paulo, dell’omonimo romanzo (2011) di Donald Ray Pollock (lo scrittore statunitense è anche la voce narrante del film) ambientato nell’immediato Secondo Dopoguerra in West Virginia (ma girato in Alabama). Il contesto è il limen fisico e geografico con il Sud degli USA, una di quelle aree rurali e implose che sembrano dimenticate da Dio e in cui, invece, di Dio non si fa che parlare. In più, apertamente o in forma implicita, si tira in ballo il Diavolo tuuuuutto il tempo: The Devil All The Time, non a caso, è il titolo originale di libro e film.
Qui, il Diavolo è ovunque: in pensieri, parole, opere e omissioni. Striscia e si insinua nella mente di chiunque si lasci sopraffare dallo sconforto e dalla follia. La preghiera, di stampo pentecostale, è isterica, ha natura superstiziosa, spesso viene ostentata, addirittura gridata: i personaggi la usano come una formula magica, attribuendole con rabbia virtù taumaturgiche. Quando Dio non risponde, qui, si fa vivo il Diavolo, puntualmente, sottoforma di abominio: predicatori lascivi, predatori sessuali, feticisti omicidi, giustizia corrotta. E scorre tanto sangue, colloso, più nero che rosso, infernale.
In questi luoghi, nascono leggende nere, storie di croci e case maledette che vengono bruciate, che hanno la potenza di quei racconti orali di natura arcaica che sono diventati fondanti per opere letterarie come quelle di Washington Irving, prima, e di Shirley Jackson, Stephen King e pure Joe R. Lansdale, poi.

Le premesse narrative di Le strade del male si basano su elementi antropologici di grande e oscuro fascino (Nic Pizzolatto lo sapeva bene, quando ha creato e sceneggiato la prima stagione di True Detective) che Pollock conosce approfonditamente, dopo una vita passata proprio nei luoghi dei suoi racconti e romanzi.
Anni fa, provai a leggere la sua raccolta Knockemstiff (2008): abbandonai al secondo racconto, letteralmente nauseata dall’abiezione dei personaggi e delle vicende descritti.
Il film Le strade del male si basa su quel tipo di situazioni, ma non riesce a essere altrettanto (o diversamente) convincente nella rappresentazione del peccato e dell’immoralità.

Nel film di Campos, latita la consequenzialità: i personaggi sono un po’ abbandonati a se stessi e non si coglie uno sviluppo costante e lineare delle loro personalità e delle loro azioni.
Per esempio, solo la voce narrante chiarisce che il serial killer Carl (Jason Clarke) considera le uccisioni che perpetra come una religione (e, allora, i suoi assassinii possono essere concepiti come riti e non piani). Eppure, mai Carl parla di religione, mai si intuisce che egli possa attribuire un valore mistico al suo voyeurismo, togliendo al film uno dei dettagli di colore più pittoreschi: il dissonante fervore religioso (che, paradossalmente, caratterizza oso dire solo blandamente perfino Roy, il predicatore di Harry Melling). E, anche per questo, mi sembra certo che Sandy (Riley Keough) non condivida con lui questa visione pseudo-religiosa dell’omicidio a sangue freddo. E, poi, cos’è Sandy? Una pazza? Una vittima? Una sadica? Non è dato sapere.
Oppure, lascia interdetti l’atarassia di Helen (Mia Wasikowska), che, nelle poche scene in cui compare, non sembra mai consapevole di quello che le sta accadendo intorno, ma non per carattere, bensì per quello che ritengo sia un difetto di scrittura che l’ha resa impalpabile, laddove la si voleva disegnare pura e innocente.
Il predicatore di Robert Pattinson dalla voce fessa è correttamente laido, eppure manca di quella necessaria ambiguità che il personaggio avrebbe richiesto.
L’Arvin di Tom Holland soffre di analoghe imprecisioni, ma, secondo me, è il personaggio più struggente e maggiormente centrato, supportato anche da una buona interpretazione del giovane attore inglese. In Arvin, il concetto di circolarità e ineluttabilità di una storia già scritta sembra meglio definito (che scelga la via della guerra – in Vietnam- o della vita in famiglia, tutto è già stato fatto dal padre Willard, e Arvin, nella sua breve vita, ha già avuto la sua dose di morte, turpitudini e pazzie). Arvin risponde alla violenza con violenza, perché, nel girone infernale messo in scena da Pollock e Campos, non esiste altra risposta alle domande del Diavolo.

Nel complesso, Le strade del male è un racconto interessante che si avvale di un’ottima e assai credibile ricostruzione d’ambiente, con persone sporche, case cadenti e piatti sbeccati, orfani cresciuti da vecchi stanchi di vivere, fegatini di pollo e capelli stinti, una povertà costitutiva che sembra quella della Grande Depressione, in cui il New Deal di Roosevelt non pare essersi mai fatto vivo e il tempo è congelato in una stanca attesa della morte.
Però, Le strade del male manca di un tocco in più, di un accento che lo renda indimenticabile, finendo per essere “un film come tanti” tra quelli che sembrano porre in queste storie le basi per una possibile interpretazione degli Stati Uniti contemporanei.

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