Kakurenbo - Nascosti nel buio

/ 20097.616 voti
Kakurenbo - Nascosti nel buio

Ottimo cortometraggio dall'atmosfera giapponese: in un vecchio quartiere di un'oscura città alcuni bambini giocano all'Otokoyo, il nascondino degli Oni; adatto solo a quelli più coraggiosi, che vogliono sfidare le misteriose creature tra gli oscuri labirinti del quartiere, il ritmo della storia è coinvolgente e invita lo spettatore a inaspettate sorprese.
rosaselvatica ha scritto questa trama

Titolo Originale: Kakurenbo
Attori principali: Yuria Abe, John H. Ladue Jr., Izumi Tomura, Emiko Wakabayashi,
Regia: John H. Ladue Jr.
Sceneggiatura/Autore: Yû Shibuya
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Azione, Animazione, Cortometraggio
Durata: 26 minuti

Dove vedere in streaming Kakurenbo - Nascosti nel buio

bambini, attenti agli Oni / 5 Aprile 2013 in Kakurenbo - Nascosti nel buio

Grafica giapponese splendida!
Bello!
Ad maiora!

15 Marzo 2013 in Kakurenbo - Nascosti nel buio

Nonostante sia (volutamente) poco esplicito dal punto di vista narrativo, questo cortometraggio (circa venticinque minuti) prodotto dalla Yamato è davvero affascinante dal punto di vista visivo.
Innanzitutto (lode alla follia), è stato realizzato in cg per sembrare animato in maniera classica. Il che presuppone principalmente un consapevole azzardo per le sperimentazioni estetiche e tecniche, cose lontane anni luce da ciò a cui il mercato occidentale ci ha abituati: chapeau a prescindere.

L’uso delle maschere sui visi dei protagonisti non è solo propedeutico al racconto, ma è prima di tutto un éscamotage tecnico. Al contrario della modellazione di oggetti, abiti e scenografie, quella dei visi (e delle mani, e a ciò i realizzatori non hanno saputo o potuto ovviare) è estremamente complicata: rendere realistico un volto in cg, seppur declinato à la manga, è procedimento quantomai arduo (anche alla Pixar ne sanno qualcosa). Plauso a chi ha saputo sfruttare una tale penalizzazione a favore del prodotto finale: legare l’espressività di un personaggio al solo movimento degli occhi o del corpo è retaggio del Nō, certo, ma apprezzo sempre le “intrusioni” della tradizione nei contesti contemporanei, quando queste sono così fluide e naturali.

Inevitabili, quindi, le fascinose intromissioni dell’animismo jappo e del tecnicismo amato/odiato in quel del Sol Levante: le volpi sono un chiaro richiamo ai “guardiani di porta e messaggeri” shintoisti in grado di plasmare i concetti di spazio e tempo; la città segreta -costituita da un’infinita “infilata” di porte- è una metafora dell’aldilà e di un ciclico viaggio dell’eroe; gli Oni sono spaventose bambole meccaniche animate da forze immanenti e sconosciute; il quartiere in cui si gioca a kakurenbo (letteralmente, nascondino), che -architettonicamente parlando- non ha potuto non ricordarmi gli esperimenti grafici di Ikeda Manabu, è la cloaca delle paure metropolitane, archetipo dei luoghi “proibiti”, dei palazzi imperiali, dei castelli protetti da draghi e fossati, dei cimiteri indiani.

Se fosse stato più lungo ed articolato, probabilmente, non avrebbe avuto su di me lo stesso impatto emotivo.

Leggi tutto
inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.