Pensiero stupendo / 29 Aprile 2024 in Challengers

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Riflessioni sparse)

In sostanza, il film Challengers di Luca Guadagnino è la versione cinematografica della canzone Pensiero stupendo, cantata da Patty Pravo e scritta da Ivano Fossati e Oscar Prudente.
La palpabile tensione erotica fra due vertici del triangolo, la voce cantante che parla di una donna che si insinua nella relazione, stuzzicando sensi e fantasie di detti vertici… Tutto (felicemente) torna.
Guadagnino non sembra farne mistero, ci mancherebbe (mi diverte immaginare che sia andato dallo sceneggiatore, Justin Kuritzkes, dicendogli: “Ascolta questa canzone e dimmi cosa ti ispira”), e inserisce la versione del 1978 del brano pure nella colonna sonora del film (anche se la butta un po’ lì, in una scena ben poco degna di nota).
Anni fa, del brano, ne fecero una cover i La Crus con Manuel Agnelli e la scena del film di Guadagnino in cui Zendaya guarda O’Connor e Feist che si baciano mi ha fatto venire in mente un passaggio finale proprio del video del brano (con questo, non voglio dire che il film citi il videoclip, eh, ho ravvisato solo una pallida affinità di contenuti, per mio puerile divertimento).
Chissà se Trent Reznor e Atticus Ross, autori delle musiche originali di Challengers, avranno gradito. Ma chi non apprezza quella perla di canzone? <3 Challengers usa il gioco del tennis come metafora di un rapporto manipolatorio dominato dalla gelosia e dall’ambizione.
Da sempre, Tashi (Zendaya) basa il proprio successo (personale e sportivo) sulla sconfitta cocente e plateale delle altre persone. È un personaggio molto molto odioso.
Patrick (Josh O’Connor) e Art (Mike Faist) si ammirano e invidiano l’un l’altro. Il loro rapporto è degno di un’amicizia o di una sfida ambientata in epoca classica (e Guadagnino mette in scena i loro corpi come se si trattasse di statue e bronzi di Lisippo).

Il film di Guadagnino mi è piaciuto per ambizioni, tono, estetica, ritmo, montaggio, effetti visivi (anche se c’è qualche virtuosismo di troppo), interpretazioni (protagonisti tutti bravi, ma O’Connor è il migliore del gruppo, secondo me), musiche, fotografia e, soprattutto, per il suo respiro glamour davvero internazionale e perché è un film d’intrattenimento puro, commerciale e autorale allo stesso tempo.

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