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Parliamone:Stranger than paradise –Jim Jarmusch

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  • #46071
    EnToPan
    Partecipante

    #50784
    Sgannix
    Partecipante

    Finalmente sono riuscito a riguardarlo, fantastico.
    Il modo in cui Jarmusch riesce a glorificare il banale e il quotidiano senza annoiare è eccezionale. Intere sequenze che sembrano pescate a caso dalla vita di tutti i giorni, e che per questo potrebbero risultare noiose, diventano estremamente godibli anche grazie alla presenza di un umorismo di fondo respirabile per tutto il film, che “esplode” in un finale tanto surreale quanto buffo.
    Ho adorato lo stile, il bianco e nero povero, i brevi piani sequenza interrotti bruscamente, e soprattutto i tipici personaggi Jarmuschiani, tendenti all’apatia, che paiono lasciarsi trasportare costantemente dalla vita senza curarsene.
    Niente da fare, Jarmusch è uno di quei registi che riesce a raccontare un sacco di cose anche se di fatto racconta poco o niente.

    #50785
    dontbefancyplease
    Partecipante

    Mi è piaciuto molto. Mi ha un po’ ricordato “Il diavolo, probabilmente” di Bresson, non so bene perché… credo sia per l’apatia che si respira durante tutto il film… anche se hanno direzioni opposte, in quanto Charles da “Il diavolo” viaggia verso l’autodistruzione, mentre Willie in questo film vuole integrarsi, vuole essere americano. Quindi i due guardano in direzioni opposte, tuttavia mi son sembrati simili.

    Richiami ad altri film a parte… l’assenza di una storia vera e propria è apprezzabilissima, come Sgannix già ha esposto. Non c’è niente di realmente interessante, né un vero evento, né uno scopo reale… eppure t’interessi, ti interessi eccome a seguire i personaggi.

    Tecnicamente non so dire nulla. Comunque vorrei appuntare una cosa: mi ha molto colpito il bianco e nero di alcune scene, vale a dire quando Willie ed il suo amico sono in auto per andare dalla ragazza e quando tutti e tre vanno a vedere il lago; possiamo vedere i personaggi e basta, oltre è bianco. Non credo fosse colpa della qualità dello streaming, vero? =p
    Mi ha colpito anche ‘sta cosa, comunque. Bello.

    #50786
    verons
    Partecipante

    Appena finito.
    Primo Jarmush per me. Non avendo letto né trama, né i vostri commenti prima di vederlo, non avevo idea di cosa aspettarmi. Come avete già scritto è palese l’essenza di una storia, ma non per questo il film manca di significato. In effetti è come entrare di colpo nella vita di Willie ed assistere a scene casuali della sua quotidianità.
    Strano questa sorta di scambio tra Eva che all’inizio del film arriva da Budapest e Willie che alla fine del film parte per l’Ungheria.
    Avete idea del perché “Stranger than paradise”? cosa sarebbe più strano del paradiso?

    #50787
    dontbefancyplease
    Partecipante

    @verons Non ne ho la più pallida idea. Sul titolo, mentre guardavo il film, ho solo pensato che Willie ed Eva siano degli “strangers” in America, ma così cade il resto della frase e dunque non c’entra assolutamente nulla…

    Primo Jarmusch anche per me e sicuramente non ultimo.

    #50788
    verons
    Partecipante

    In effetti potrebbe essere reso non come “più strano” ma come “più estraneo”. Quindi più sconosciuto del paradiso. Anche io penso che stranger si riferisca alla nazionalità dei protagonisti(Bela/Willie vuole essere e si sente americano ma non lo è e non è poi così integrato come vorrebbe essere), ma forse anche ad una condizione(mentale?) degli stessi che(magari sbaglio interpretazione) si sentono estrani alla vita e la loro inedia ne è un esempio. E fino a “stranger” ci siamo. Riguardo al “paradiso”, Jarmush lo accosta alla Florida nel film ma non credo che “Più sconosciuto della Florida” sia soddisfacente 😀

    #50789
    EnToPan
    Partecipante

    Ammetto di non esserne rimasta colpita, se non dal finale -ironico ed assurdo.
    Forse è per la lentezza, forse per la scarsa abitudine a pellicole incentrate sul “nulla di fatto”.
    Non che il modo di essere estranei tra loro ed estranei ai luoghi con cui si rapportano sia proprio nulla ma è reso in maniera così naturale da non richiamare particolari reazioni.
    Quanto all’accostamento con la Florida, credo sia una scelta legata allo stereotipo di paradiso come pace dei sensi -in quel caso trovabile in spiagge e mare (che neanche si vedono -volontariamente).

    #50790
    Saturn
    Partecipante

    Avete già detto molto, e per quanto riguarda il titolo non sono in grado di aggiungere nulla. Ci tenevo solo a sottolineare quello che per me rappresenta l’elemento di maggior fascino del film: quel contrappunto drammatico all’ironia e all’umorismo di superficie che si dà nella fissità delle inquadrature, nelle pause, nei campi vuoti, nei tanti momenti di silenzio e di noia che percorrono i diversi episodi e che sono legati a delle esistenze prive di un qualsiasi orizzonte di senso. C’è nel film un fondo di amarezza che ti lascia alla fine un lieve senso di disagio.

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