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Quel pomeriggio di un giorno da cani

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Il bravo rapinatore / 13 Agosto 2017 in Quel pomeriggio di un giorno da cani

Lumet davvero non ne sbagliava una. Questo è uno dei suoi capolavori, un film che per larga parte è un room drama dove giganteggia Al Pacino – notoriamente al meglio di sè quando la pellicola ha quantomeno un vago sentore teatrale – affiancato da un efficace, laconico, tesissimo John Cazale. Ho una passionaccia per i sergenti tarchiati e irascibili, in perfetto stile american street, e Charles Durning è perfetto.

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Bellissimo!!! / 12 Ottobre 2012 in Quel pomeriggio di un giorno da cani

Ammetto l’ignoranza ma non conoscevo questo film e sono contento di averlo visto.
Bello!!! Veramente molto bello!!!
Tre “balordi” tentano una rapina ma le cose non vanno come pensano. Uno abbandona prima di subito mentre gli altri due mettono in pratica il piano che però fa acqua da tutte le parti. Ma ancor più non hanno la stoffa per essere dei rapinatori. Ne esce fuori una “ironica” rapina con l’intervento di polizia, FBI, televisioni, gente della strada, tutti intorno a questo evento. Al Pacino è eccezzzzzionale!!! Ha delle espressioni, anche buffe, da Oscar. La storia è poi purtroppo reale di cronaca nera nell’estate del 1972. Uno spaccato drammatico dell’America con molti temi presi di petto, non ultimo l’omossessualità.
Da non perdere!!!

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Al sei un mito! / 27 Luglio 2011 in Quel pomeriggio di un giorno da cani

Un grande Lumet per uno strepitoso Pacino, che impersona Sonny un rapinatore da strapazzo capace di tenere in scacco un esercito di poliziotti e di uscirne ancora da vincente.
Si perchè il film parte da subito con la rapina e con essa termina. L’azione è tutta lì e la banca e lo spiazzo antistante diventano il palcoscenico di un incredibile Pacino, un mattatore che incita la folla, abbaia ai poliziotti, ammonisce gli ostaggi, rassicura il suo socio. Fa tutto lui, pensa al branco di agenti che vogliono entrare e farlo a pezzi e nel contempo gestisce gli ostaggi e deve pure pensare ad un piano per venirne fuori. Pacino qui si consacra in un ruolo perfetto. Indimenticabile. Se poi si aggiunge il fatto che Lumet cita passati eventi di violenza dei poliziotti sulla folla, facendo guadagnare al personaggio di Pacino il favore di tutti quelli che si sono riuniti intorno e mettendo in imbarazzo i 300 poliziotti, inebetiti e incapaci di qualsiasi azione, ciò basta già a contestualizzare il film e a farne più che un normale thriller. In più Sonny (Pacino) è pure un pò gay e il personaggio del fidanzato viene preso a pretesto per una tirata sull’accetazione dei gay in una società ancora molto chiusa, per cui i temi di base del film affondano le radici in un contesto sociale vivo e acceso.
Sicuramente un film ironico e pungente che va visto. Se non altro per la fantastica interpretazione del buon Al.

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