16 Dicembre 2012 in Ubaldo Terzani Horror Show

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Come non voler vedere l’opera seconda del regista che ci aveva dato Il bosco fuori? Non si poteva, infatti U_U Alessio è un giovane regista romano, che viene mandato dal suo produttore a Torino, per scrivere una sceneggiatura con l’Ubaldo del titolo, maestro di letteratura dell’orrore. Lui va, il rapporto col maestro, dapprima solo professionale, diventa sempre più personale e profondo, con Ubi (maior minor cessat) che porta il suo giovane discepolo a vivere la notte delle feste chic torinesi, a scopicchiare e ubriacarsi ecc. Poi fanno venire a trovarli la di Alessio fidanzata. Alessio è strafatto, la di lui ecc la sta per dare a Ubi ma si ferma, Ubi si rivela per quel che è: un serial killer maniaco che uccide da anni donne che prima ha affascinato col suo carisma, le seziona e le tiene nelle cantine della sua villa, per trarre l’ispirazione necessaria ai suoi romanzi.

Che dire. Due o tre inquadrature in cui si riconosce Torino, giusto per prendere dei soldi dalla Fim Commission, credo, una dove inizia via Principe Amedeo da Piazza Vittorio e una nella via della Mole e del cinema che-non-ricordo-come-si-chiama-ma-lo-so. La fidanzata di Alessio è nientemeno che Laura Gigante, scopabilissima ma probabilmente l’attrice più cagna, nel senso borisiano del termine, dell’attuale cinema italiano. Vatti a rivedere, se ancora non hai visto l’intero film, il sommo finale di Albakiara, con lei e Raz Degan che meritano un paio di oscar a testa. O in testa.
Il film è comunque volutamente meno splatter e più cerebrale del Bosco fuori, con l’horror vero concentrato in fondo e prima un crescendo, o uno sprofondare che dir si voglia, dello stupido protagonista tra i tentacoli tentatori di Ubi Terzani, vecchio sporcellone monomaniaco che è un po’ il personaggio più cool di tutto il film. Insomma, c’è figa, c’è Torino, c’è pulp, che altro vuoi?

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