ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Imbarazzante, il dialoghista questo sconosciuto!!
Ma se avessero voluto fare un film per quarantenni pruriginose che sognano il bel corpo virile di un giovane non ci sarebbe stato nulla di male. Insomma, quanti film ad anagrafe invertita si vedono? E poi la Wright sta con uno che ha la metà dei suoi anni quasi anche nella realtà. Ma guardiamo bene il film: appunto nessuna indagine psicologica (probabilmente un ragazzetto si innamora dell’amica della madre, lei bè no; l’altra coppia si forma per ripicca no?), nessuna dinamica che non sia quella facciamo tutte le cose insieme da piccole, appena una delle due non può più anche l’altra deve smettere (perchè?), nessuna progressione dei personaggi. Bene, almeno dammi tensione erotica, giochi di sguardi veri, fammi vedere bene il crescere dell’urgenza fisica, fammi vedere l’indecisione, ma anche l’impossibilità di trattenersi, dammi erotismo. Niente. Se non ci fossero le due attrici che hanno abbastanza charme resterebbe giusto il mare.
Tale e tanta è stata la piattezza della cosa (ma davvero l’attore che interpreta Ian può smuovere gli ormoni? Suvvia, vien voglia di comprargli una macchinina telecomandata!) che mi ha ricordato l’orrore puro, ossia la riduzione televisiva (da noi al cinema non è mai arrivato infatti) de La Lettera d’amore della Schine. Ecco qui magari si può dire che una regia sindacale c’è. E anche un integrale della Wright :–)
Il lesbismo fra le due non è neanche tanto velato, fare sesso con i figli rispettivi è un modo per fare sesso con qualcuno di geneticamente vicino al tuo amore inconfessato. Poi chiusa finale con la storia che si ripeterà.
Molto antipatica la frase del ragazzotto che costruisce barche, ma eticamente, mica risparmiando il 60% facendole fare ai cinesi! Giammai! Ah, il nepotismo esiste anche in Australia.
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