17 Ottobre 2013 in Pulgasari

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Pulgasari è la risposta gloriosamente nordkoreana a Godzilla, voluto fortissimamente voluto da Kim Jon-Il, babbo del caro leader di adesso, babbo che per la propaganda, e quindi per tutti i nordkoreani, ha inventato il cinema. E un sacco di altre cose. Tipo la ruota. E l’acqua calda.
Probabilmente è anche il film nordkoreano più bello che esista.
In un medioevo molto coreano, c’è un re che frutta e vessa e vessa e sfrutta, insomma come sono soliti fare questi re retrò. Un vecchio fabbro, imprigionato e torturato perché riveli dove sono i ribelli, prima di morire fa un pupazzetto di riso e boh, cacca. La di lui figlia ci fa cadere sopra un po’ di sangue. Pulgasari (da pronunciare Pulgasarì, che sempre un poco una di quelle merendine al riso soffiato) dapprima è piccino picciò, zompetta qua e là e mangia tutto il ferro che trova, e cresce, cresce. Fino a diventare enorme, e risponde al volere della figlia del fabbro, prendendo parte alla rivolta dei contadini contro l’esercito regio.
I cattivi, l’esercito, simboleggiante il capitalismo contro il gigantismo comunista del Pulga, le prova tutte. Lo chiudono in una gabbia enorme su una pira enorme e gli dan fuoco, ogni volta che elaborano un piano ridono; sembra di sì e poi no, il piano fallisce e non ridono più e rinculano. Fanno un buco stratosferico e profondissimo, dove lo seppelliscono, poveracci, non ci riescono mai. Ecco, tant’è che questi contadini sono abbastanza antipatici, quasi si preferisce l’esercito. Invece il popolo marcia urlando tipo siamolagenteilpoterecitemono, e vincerà, perché glorioso è l’avvenire per coloro che seguono il comu-mostro rivoluzionar-ferroso. Il nemico (il capitale!) è sconfitto, il mostro ha bisogno di altro ferro. Mangia i Frosties!
Allora la figlia del fabbro si fa da Pulga mangiare, e lui si pietrifica e quindi letteralmente implode, e tutti vissero felici e contenti e arirang (chiunque è sempre in tempo per cercare arirang su yt).
Il miglior regista sudkoreano dell’epoca fu rapito, insieme alla moglie, da spie nordkoreane, per fargli girare questo film; riuscì a fuggire prima del termine delle riprese. Gli effetti speciali sono curati dalla stessa troupe che realizzò quelli del Godzilla, con cui ci si voleva fronteggiare, assoldati all’uopo. Tutta una storia bellissima. E altalenanti sono davvero, gli effetti e il film, che riesce comunque a stare quasi in piedi per abbastanza :/ della sua durata, prima di incepparsi nel loop narrativo e algoritmico del prova a uccidere/non riesci/riprova.
Morire di ferro e di NordKorea!

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