Semplice, eppure poetico / 28 Gennaio 2015 in Il lamento sul sentiero

Non so spiegare bene cosa mi abbia attirato in questa trilogia, questo cofanetto di 3 dvd che mi sono deciso a comprare nella edizione sottotitolata in francese (introvabile in italiano, ça va sans dire…). Del resto, non sono mai stato tra quelli che subiscono il fascino yogical-chic dell’India.
Magari anzi è proprio perchè qui siamo all’opposto: questa di “Panther Panchali” infatti non è un’India in trance, da solito viaggio interiore dell’ occidentale in ricerca, qui troviamo la disarmante semplicità di una povera famiglia bengalese, ritratto dolce amaro in netta parentela con il neorealismo dei “Ladri di biciclette”. Un microcosmo nella foresta, percosso dalle pioggie e dal vento, dove l’umanità sopravvive e fa i conti con fame, furtarelli, piccole ambizioni, malattie. A scanso di equivoci, non siamo in una sovrappopolata bidonville con i cadaveri a lato delle strade; siamo in un modestissimo gruppetto di casupole con tende alle porte, un cortile dove circolano gatti e una vacca smunta, una condizione umilissima ma tutto sommato dignitosa. Satiyajiy Ray è un regista con i tempi orientali, distesi, cultore di pellicole dal montaggio davvero parco dove le sequenze non fanno mai i conti con possibili effetti sbadiglio. Ha una naturalezza – siamo all’esordio del regista – delicata e puntuale, il “fraseggio” del film ha un’armonia incredibile e pur nella semplicità di fondo trova momenti di raffinata poesia (si vedano ad esempio le inquadrature delle piante acquatiche, una sinuosa linea di fogliame nell’acqua picchiettata dalla pioggia).
Tra i pochi personaggi, menzione d’onore naturalmente alla vecchia zia sdentata e mezza cieca interpretata da una sensazionale Chunibala Devi, caratterista indiana morta per influenza poco prima che il film venisse proiettato nelle sale. Si dice che Ray volle andare a trovarla, per farle vedere il fim dal suo capezzale. Sono cose che rendono il cinema ancora più bello e affascinante di quanto non lo sia già di suo.

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