22 Gennaio 2013 in L'uomo del treno

La trama semplice e lineare induce a soffermarsi sul rapporto che si crea tra i due uomini: le connivenze, il velato desiderio di stravolgere la propria esistenza.
Particolarmente interessante è la caratterizzazione del professore: un uomo che comprende ed esterna tutta la sua insoddisfazione per un’esistenza che inconsciamente egli crede fallimentare. Di qui le tante piccole trasgressioni che trovano nell’incontro con lo sconosciuto un insperato propulsore.
L’angoscia per l’intervento chirurgico sembra quasi porsi in secondo piano rispetto ad un più profondo malessere esistenziale generalizzato e sconosciuto.
La ben riuscita scena in cui il professore torna a casa e si fa cogliere dall’ansia per alcuni rumori, ben sapendo che si tratta del giardiniere, è emblematica.
Un ottimo film psicologico, che regala momenti di riflessione.

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