5 Gennaio 2013 in La ragazza sul ponte

Leconte ha la grande e difficilmente uguagliabile capacità di raccontare con amabile leggerezza le amarezze della vita, trasformandole in favola, amara o dolce che sia poco importa, alla fine.

Qui, l’uso del bianco e nero, elegante ed evocativo, e l’adozione di alcune inquadrature iperboliche accentuano lo spirito fiabesco della storia, ingentilendone gli aspetti drammatici (l’incipit, per esempio), ammaliando tutti i sensi.

Questo genere di film è, per me, la panacea a molti tormenti.

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