Un’occasione mancata / 27 Novembre 2023 in Bussano alla porta
Il film dura trentaquattro minuti. No, non come durata complessiva, che è di un’ora e quaranta minuti; intendo come durata della parte che vale la pena vedere. La prima mezz’ora è originale e lascia lo spettatore genuinamente incerto sul senso di quello che sta succedendo sullo schermo. Ma quando il primo personaggio muore, ogni sorpresa improvvisamente viene meno; e se guardando un film riesci a prevedere con successo non solo quali altri personaggi moriranno, ma anche in che ordine – beh, c’è davvero qualcosa che non va.
In film di questo genere gli autori possono scegliere due strade: quella dell’ambiguità, in cui gli avveimenti possono essere interpretati in chiave differente fin quasi alla fine (e a volte anche dopo la fine); o quella della grossa sorpresa, che arriva a stravolgere un finale che sembrava già scritto. Shyamalan sceglie la prima, ma senza molta convinzione: l’ambiguità per un po’ c’è ma è fiacchissima, ed è concentrata in buona parte in Dave Bautista, la cui mole minacciosa sembra in contrasto stridente con le maniere gentili. Peccato: un’occasione mancata.