11 Recensioni su

Il dittatore

/ 20126.0323 voti

25 Luglio 2014 in Il dittatore

Mi ha fatto trivialmente ridere, sì, ma – discorso sulla dittatura degli/negli USA (e non solo) a parte- non mi è piaciuto granché.

Nota personale: il film funziona per stereotipi e contrari, è ovvio, ma la militante green riunisce in sé troppi di quei canoni che proprio non riesco a sopportare.

4 Agosto 2013 in Il dittatore

sarebbe un 6 e mezzo… se si vuole passare un pò di tempo senza pensare a niente è l’ideale… divertente e con un’idea simpatica alla base… in certi punti però l’ho trovato eccessivamente volgare… lo consiglio a chi vuole vedere un film in lingua originale ed è alle prime armi perchè il finto accento lo rende semplice da capire…

Anche no. / 31 Maggio 2013 in Il dittatore

Vi è mai capitato di togliere un film prima del trentesimo minuto ?
A me si, odio quando succede.

In questo caso è successo al ventinovesimo, l’ho trovato tristemente e gratuitamente volgare… per i primi trenta minuti, poi ho lasciato perdere.

Un film divertente che non farò mai più / 4 Marzo 2013 in Il dittatore

E’ un film divertente, che smette di essere solo divertente soprattutto verso la fine. Esattamente nella scena in cui il Dittatore, durante il suo discorso sulla (falsa) democrazia, esorta la platea ad immaginare l’America come dittatura, elencandone i numerosi vantaggi. E si scopre così che la democrazia americana è dittatoriale tanto quella quella del suo Paese.

“Immaginate America come dittatura! Potreste lasciare a 1% di popolo tutta ricchezza di nazione, potreste fare vostri amici ricchi più ricchi tagliando loro tasse e pagando cauzione quando perdono al gioco! Potreste ignorare esigenze di poveri come salute, istruzione! Vostri media sembrerebbero liberi, ma segretamente controllati da una persona e da sua famiglia!
Potreste intercettare telefoni!, potreste torturare stranieri prigionieri!, potreste avere elezioni
truccate!, potreste mentire su perchè vai a fare guerra!, potreste usare i media per spaventare il popolo!
Lo so che è difficile, per voi americani, da immaginare”.

Potreste scuotere vostre coscienze più in 59 secondi di questo film che in tre ore di infiniti papponi che ci propinano da tutte le parti!
E alla fine l’unica Democrazia ha le tette, la vagina e si chiama Zoey e non c’è nulla di poliicamente corretto o di buonista in questo, ma tristezza e rabbia.
Tra una risata e l’altra.
7 e mezzo, come il mio voto in condotta in pagella.

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6 Febbraio 2013 in Il dittatore

Parodia di un dittatore arabo, interpretato da un bravo Sacha Baron Cohen, che per un fortunato sventato attentato alla sua vita si ritrova ad essere una persona come tante.
Ironico e sarcastico ma anche se è una parodia per tanti versi purtroppo è reale. Divertente.

un amorevole tiranno / 15 Ottobre 2012 in Il dittatore

spassoso, esilarante. Sacha Baron Cohen ha un talento innato nel creare personaggi carismatici e allo stesso tempo divertenti. stavolta si cimenta nella satira politica, sottile e cruda, ma lo fa con irriverenza. sicuramente di gran lunga migliore del suo precedente Borat, più fresco, più spiritoso e più romantico. lui sì che sa far ridere.

Certo, qualche gag fa ridere… / 3 Settembre 2012 in Il dittatore

Ma anche il Drive-In di Greggio & D’Angelo a volte faceva ridere, se è per questo.
Miseranda commediucola innecessaria.

Baron Cohen colpisce ancora / 1 Settembre 2012 in Il dittatore

Un “Il principe cerca moglie in salsa mediorientale”, la cui morale può essere espressa col celebre detto ” dire a suocera per far capire a nuora”.
Come nello stile di Baron Cohen, gag esilaranti e scorrettissime.

27 Giugno 2012 in Il dittatore

lasciamo stare per un attimo la comicità del protagonista che si può apprezzare o meno ma certe scene sono girate decisamente male
mi aspettavo dunque qualche cosa di meglio almeno dal punto di vista tecnico.

20 Giugno 2012 in Il dittatore

Ottima prima parte, irriverente, dissaccrante e godibilissima. Alcune scene fanno veramente sbellicare.
Nella seconda parte cala in po’, soprattutto per l’averci infilato in mezzo una pseudo storia d’amore che non c’entra molto con il resto.
Peccato per il doppiaggio di Insegno, che secondo me non ci sta per niente bene su Baron Cohen e fa perdere un po’ all’interpretazione. Che poi Insegno non mi piace su nessuno in generale, in realtà.

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Zabibah and the Cohen / 17 Giugno 2012 in Il dittatore

Dopo “Ali G” (2002), “Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan” (2006) e “Bruno” (2009) torna Sacha Baron Cohen (che cura anche soggetto, sceneggiatura e produzione), eclettico attore comico ebreo, con un nuovo eccentrico personaggio assolutamente sopra le righe e semplicemente fuori di testa. Rispetto ai precedenti il film (ispirato ironicamente al libro “Zabibah and the King” scritto da Saddam Hussein) è più politico e meno sociale, e la satira che ne consegue è indirizzata paradossalmente sia ad un modello di vita e di società americana che si autoproclama “giusto” sia al mondo nordafricano e mediorientale; come nelle precedenti pellicole gli stereotipi ci sono tutti, e il personaggio del Generale è un dittatore sui generis che riunisce tutte le caratteristiche possibili di questo tipo di figura, con esiti esilaranti che derivano principalmente dal suo assoluto disprezzo per qualsiasi minoranza o diversità etnica, religiosa, linguistica e sessuale. Si ride in modo sguaiato e di pancia quando le gag sono di tipo scatologico (sesso soprattutto) ma con un orecchio anche ad uno humor linguistico basato sulle parole e sul significato che possono avere in determinate situazioni, creando quindi una risata a “livelli”. Probabilmente più “film” degli altri, con un montaggio che si distacca dallo stile documentaristico e dalle gag/candid camera, ha una sceneggiatura basilare arricchita dal personaggio politicamente scorrettissimo che non esita a maltrattare chiunque con la sua tronfia stupidità e ad usare metodi di persuasione tipici di regimi diversamente democratici; in questo Baron Cohen (doppiato ancora da Pino Insegno, che quando si dedica al doppiaggio e non alla tv o alla tristissima Premiata Ditta guadagna punti) dimostra di avere una capacità di immedesimazione in personaggi assurdi e sgradevoli fuori dal comune. Per la regia di Larry Charles, director dei due precedenti film coheniani che si affida completamente al personaggio principale, il film vede la presenza di Ben Kingsley (premio Oscar 1983 per “Gandhi”), John C. Reilly (con cui Baron Cohen aveva già lavorato in “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno” (2006)), che ritorna al comico dopo lo straordinario “Carnage” (2011) di Roman Polanski, e Anna Faris, ex protagonista di tutta la saga di “Scary Movie”, in un ruolo da femminista, vegana, new age e chi più ne ha più ne metta. Probabilmente “Borat” aveva una carica corrosiva maggiore e un effetto-novità che lo accompagnava, e ciò contribuiva a renderlo più caustico, ma anche “Il dittatore” può essere godibile, a patto ovviamente che piaccia questo tipo di comicità.

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