Ispirato al romanzo “Zabibah and the King” di Saddam Hussein, il film diretto da Larry Charles (Borat, Bruno) racconta le disavventure di un capo politico mediorientale, giunto in America in occasione di un meeting dell'ONU, che scopre di esser stato rimpiazzato da un sosia. Un incontro fortuito gli cambierà la vita. Anonimo ha scritto questa trama
Mi ha fatto trivialmente ridere, sì, ma – discorso sulla dittatura degli/negli USA (e non solo) a parte- non mi è piaciuto granché.
Nota personale: il film funziona per stereotipi e contrari, è ovvio, ma la militante green riunisce in sé troppi di quei canoni che proprio non riesco a sopportare.
sarebbe un 6 e mezzo… se si vuole passare un pò di tempo senza pensare a niente è l’ideale… divertente e con un’idea simpatica alla base… in certi punti però l’ho trovato eccessivamente volgare… lo consiglio a chi vuole vedere un film in lingua originale ed è alle prime armi perchè il finto accento lo rende semplice da capire…
E’ un film divertente, che smette di essere solo divertente soprattutto verso la fine. Esattamente nella scena in cui il Dittatore, durante il suo discorso sulla (falsa) democrazia, esorta la platea ad immaginare l’America come dittatura, elencandone i numerosi vantaggi. E si scopre così che la democrazia americana è dittatoriale tanto quella quella del suo Paese.
“Immaginate America come dittatura! Potreste lasciare a 1% di popolo tutta ricchezza di nazione, potreste fare vostri amici ricchi più ricchi tagliando loro tasse e pagando cauzione quando perdono al gioco! Potreste ignorare esigenze di poveri come salute, istruzione! Vostri media sembrerebbero liberi, ma segretamente controllati da una persona e da sua famiglia!
Potreste intercettare telefoni!, potreste torturare stranieri prigionieri!, potreste avere elezioni
truccate!, potreste mentire su perchè vai a fare guerra!, potreste usare i media per spaventare il popolo!
Lo so che è difficile, per voi americani, da immaginare”.
Potreste scuotere vostre coscienze più in 59 secondi di questo film che in tre ore di infiniti papponi che ci propinano da tutte le parti!
E alla fine l’unica Democrazia ha le tette, la vagina e si chiama Zoey e non c’è nulla di poliicamente corretto o di buonista in questo, ma tristezza e rabbia.
Tra una risata e l’altra.
7 e mezzo, come il mio voto in condotta in pagella.
Parodia di un dittatore arabo, interpretato da un bravo Sacha Baron Cohen, che per un fortunato sventato attentato alla sua vita si ritrova ad essere una persona come tante.
Ironico e sarcastico ma anche se è una parodia per tanti versi purtroppo è reale. Divertente.
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