A proposito di meme e shitstorm / 27 Novembre 2023 in Dream Scenario - Hai mai sognato quest'uomo?

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mentre guardavo il primo film in lingua inglese del regista norvegese Kristoffer Borgli, pensavo, di continuo: “Questa è la dimensione alternativa in cui avrebbe potuto agire Walter White, se non avesse iniziato a produrre metanfetamine in un camper”.
Le premesse di Breaking Bad e Dream Scenario, infatti, sono molto simili: il protagonista è un professore specializzato in una materia scientifica considerata noiosa dai suoi studenti ed è un “medioman” sottostimato da colleghi e famigliari che, in maniera inaspettata, nell’ordine, diventa super famoso, super ricercato e super odiato e che flirta con il lato oscuro della propria personalità.

Solo in seguito, ho scoperto che il soggetto del film ricalca gli elementi narrativi principali di un’operazione di guerrilla marketing nata nel 2008 ed elaborata da un pubblicitario e sociologo italiano, tale Andrea Natella, intitolata This Man, incentrata sul concetto di “dream invasion” e volta a studiare il fenomeno delle leggende urbane che si diffondono in Rete.
In quel caso, sul web, era stato fatto circolare il ritratto in forma di identikit di un uomo (dall’aspetto tendenzialmente anonimo eppure vagamente inquietante) che, stando ad alcune testimonianze rese note a partire dal 2006, era comparso nei sogni di varie persone, senza che esse lo conoscessero.
Il sito ufficiale dice che, dal 2006 a oggi, circa 8000 individui dislocati in più di 200 Paesi diversi affermano di aver sognato This Man.

Dream Scenario è co-prodotto da Ari Aster (oltre che dall’attore protagonista, Nicolas Cage) e ammetto che, visto il risultato nel suo complesso, non me ne stupisco: è un film angosciante, disturbante e soffocante (in cui l’elemento del nido domestico ha un forte valore narrativo) come i lavori di Aster che ho visto finora (però, mi è sembrato più efficace e concluso di quelli!).
È un incubo senza fine che contiene più incubi (e che, in questo senso, per pura affinità di contesto e non di contenuti, mi ha fatto venire in mente, per esempio, la terza stagione di Twin Peaks di David Lynch e, in particolare, SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER il finale della serie, con l’urlo terribile di Laura Palmer FINE SPOILER).

Il protagonista, Paul (Cage), è un uomo di mezza età tendente agli atteggiamenti passivo-aggressivi, frustrato dalla mancanza di riconoscimenti professionali e personali. Di fondo, sembra una persona mite e gentile, ma, in sé, ha un che di destabilizzante. Fa le battute sbagliate al momento sbagliato e affronta la vita e le persone in modo monotematico (riconduce tutto a una visione “biologica” del mondo e farebbe e direbbe qualsiasi cosa, per ottenere il merito sociale che agogna). Per paradosso, il fatto di essere una persona “innocua” lo rende un individuo “sgradevole”.
Dunque, è la vita stessa di Paul a essere un incubo in cui precipita il resto delle persone, quelle che lo sognano o quelle che, pur non sognandolo, come la moglie o il preside di facoltà, vengono coinvolte dall’esistenza stessa di questi sogni.

Credo che Dream Scenario possa essere letto come una metafora del desiderio di notorietà più o meno relativa che le persone raggiungono o intendono raggiungere, in questo momento storico, grazie alla propria presenza sui media e, soprattutto, sui social media.
D’altronde, il successo iniziale di Paul è dovuto alla sua sola presenza nei sogni altrui: in quei casi, l’uomo è una presenza indifferente al contesto, che non agisce e non influisce su ciò che succede e che, però, diventa virale (come un meme, adattabile a contesti differenti, a prescindere dalla sua origine. Come, in effetti, èaccaduto allo stesso Cage, protagonista di milioni di contenuti umoristici di questa natura, il che è buffo e inquietante allo stesso tempo e, per questo, confesso di aver apprezzato l’autoironia dell’attore).
Il resto è la rappresentazione tridimensionale di una shitstorm, di una “bufera mediatica”, in cui “l’eroe” (che nulla ha fatto, in realtà) diventa presto oggetto di immotivata diffidenza, dileggio e violenza (verbale, se non, addirittura, fisica).

Del film, benché mi siano sembrati funzionali allo sviluppo della storia, non ho apprezzato appieno alcuni didascalismi (per esempio, la rappresentazione un po’ becera ed elementare della startup che intende sfruttare Paul dal punto di vista commerciale e la parentesi “Dream House” con gli influencer bellocci e stolidi), ma, nel complesso, Dream Scenario mi è sembrato un film molto interessante e stimolante, capace di miscelare assai bene i toni della commedia grottesca, dei racconti cinematografici di impianto psicanalitico (un po’ nel solco di autori contemporanei come Spike Jonze, Charlie Kaufman e Michel Gondry) e dell’horror.

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