Solo ricordi / 24 Settembre 2016 in Come mi vuoi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho visto “Come mi vuoi” quando usci, circa 20 anni fa. Non ricordo moltissimo le scene, i particolari, ma ho un ricordo molto forte delle emozioni che mi ha regalato e mi fa piacere segnalarlo. Oggi credo sia introvabile, a causa del clamore che suscitò e della critica piuttosto spietata, non venne mai distribuito in home video.
E’ il primo film del sottovalutato Carmine Amoroso, che dopo “Parenti serpenti” (soggetto e sceneggiatura) tenta il colpaccio anche con la regia. All’epoca il film fece molto parlare di se, e la critica puntò il dito anche contro Lo Verso, chiedendosi come avesse fatto ad accettare quella parte. Se oggi è difficile parlare di transgender, provate ad immaginare cosa poteva essere venti anni fa; credo che questo sia stato uno dei pochi film italiani ad affrontare questa tematica.
Nel cast, assieme a bravissimo Enrico Lo Verso (Domenico/Desideria), troviamo Vincent Cassel (Pasquale), Monica Bellucci (Nellina) e Vladimir Luxuria, alla sua prima apparizione cinematografica.
Il poliziotto Pasquale (Cassel), che vive in provincia ed è prossimo alla nozze con la bellissima Nellina (Monica Bellucci), durante la settimana è costretto a trasferirsi a Roma per lavoro. Durante una retata Pasquale riconosce tra le fermate un suo vecchio amico d’infanzia, Domenico (Lo Verso), che si prostituisce con il nome di Desideria. Da quel momento i due iniziano a frequentarsi, fino a diventare amanti. Desideria, decisa a cambiar sesso per amore, chiederà a Pasquale di seguirla in Francia per vivere assieme. Finale non scontato per un film italiano di quegli anni.
Ricordo la colonna sonora con alcuni brani di Paolo Conte, e i dialoghi in un improbabile accento dialettale. Oggi questo film quasi sicuramente non regalerebbe le stesse emozioni, comunque, mi piacerebbe rivederlo.
Il voto 7 (medio-alto) si basa solo sui ricordi.

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