“Noi non siamo normali” / 3 Novembre 2021 in Antigone

In un cortocircuito di mitologia greca, dramma dell’immigrazione e turbolenze adolescenziali titaneggia Antigone, giovane immigrata tunisina a Montreal che si caricherà sulle spalle il peso della famiglia e quello del mondo quando questi fatalmente si scontreranno.

Questo è il tono del film di Sophie Deraspe (regista/autrice/direttrice della fotografia/montatrice) che adatta liberamente il mito dall’“Edipo re” di Sofocle e si ispira alla storia vera di Fredy Villanueva, gangster diciottenne freddato da un poliziotto a Montreal, e della sua famiglia.

Prima che le cada il mondo addosso, la diciassettenne Antigone vive una vita di relativa spensieratezza con sua nonna Méni, sua sorella Ismene e i suoi due fratelli Polinice e Eteocle (sono i nomi dei quattro figli di Edipo nel mito), emigrati in Canada tutti insieme qualche anno prima dalla Tunisia. Le due sorelle sembrano essersi integrate meglio dei due fratelli, uno dei quali è invischiato nella gang locale degli Habibi. Quando Eteocle viene ammazzato dalla polizia, Polinice viene arrestato e condannato al rimpatrio. Allora Antigone si immola: prende il posto del fratello aiutandolo a evadere dal carcere. Ora c’è Antigone alla sbarra, mentre fuori i suoi amici si mobilitano per chiederne la liberazione.

La storia prenda presto la piega del legal drama, se proprio vogliamo rilevare l’aderenza a un canone narrativo consueto. I personaggi si raccontano e si costruiscono fuori dall’aula giudiziaria, e con estrema discrezione, ma è poi di fronte alla giudice e al popolo che esplode la teatralità della protagonista.

Notevoli sono le “svolte TikTok”, con musica, animazioni e montaggio sincopato che nelle intenzioni dell’autrice corrispondono ai cori del teatro greco, e che nel racconto sono l’espressione di sostegno a Antigone da parte della sua comunità.

Forse poco raffinata ma sicuramente magnetica è stata l’interpretazione dell’esordiente Nahéma Ricci nel ruolo di Antigone, responsabile di tutta la carica emotiva e morale di questa storia. Anche gli altri giovani attori sono praticamente esordienti e reclutati non già fra professionsiti ma sui social network, e chi non ha recitato è stato impiegato alle musiche e alle animazioni.

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