Recensione su To Rome With Love

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31 Maggio 2012

Dopo decenni trascorsi nella sua amata New York e dopo la svolta europea iniziata nel 2005 con il dramma Match Point, il 2012 è finalmente l’anno dell’Italia per Woody Allen che sceglie Roma per il suo ultimo film, intitolato provvisoriamente Bop Decameron, poi Nero Fiddled (ispirato al modo di dire Nero fiddled when Rome burned, tradotto come Nerone suonava la cetra mentre Roma bruciava, cioé perdeva tempo in un momento di crisi…) e definitivamente To Rome with love, semplicemente A Roma con amore.

Nonostante la dichiarazione d’amore per la Città Eterna, però, Allen firma un film dove Roma resta sullo sfondo senza diventare la protagonista aggiunta (cosa che invece gli era riuscita alla perfezione nei film newyorkesi e nell’ottimo Midnight in Paris del 2011): paradossalmente, le quattro storie non collegate fra loro hanno come comune denominatore solo l’ambientazione romana ma avrebbero potuto tranquillamente svolgersi in un’altra città nonostante i paesaggi “da cartolina”! La scelta di narrare parallelamente le quattro storie con montaggio alternato, un omaggio alle commedie italiane ad episodi, rende la sceneggiatura, firmata come al solito da Allen stesso, frammentaria e discontinua.

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