Oltre il giardino / 30 Agosto 2013 in Il profumo della papaya verde

Ginocchioni, frega il pavimento. Avanti e indietro, indietro e avanti. Per ore. Spesso intona piano un motivetto, una canzone d’amore traboccante di desiderio. Canticchia qualcosa, e sorride. Sorride sempre. Il più delle volte non si rende nemmeno conto di quanto sia gradevole la musica che esce dalla sua bocca e si stupisce se qualcuno la guarda ammirato mentre lavora e canta. Travolto da tanta grazie e da tanta bellezza.
La casa è piccola, soffocante, traboccante di tante piccole cose di uso quotidiano. Ma per Mui non è una gabbia, una prigione. Tutt’altro. Appena fuori la porta di casa, sempre aperta, si apre un piccolo, microscopico giardino. Dove cresce una fantastica papaia dai frutti profumati, dove scorrazzano le formiche, dove, dietro una ninfea, gracidano le rane, e dove prolifiche arvicole costruiscono il nido. Questo è il giardino segreto di Mui, il posto magico dove può rifugiarsi dopo una faticosa giornata di lavoro e dove può fantasticare sul suo amore irraggiungibile, che la fa volare con la fantasia, che la trasfigura e la innalza. Anche se non ce ne sarebbe bisogno. Lei è già perfetta!

Una storia semplice, raccontata con sguardo distaccato. La storia di ragazza apparentemente fragile, delicata, ma che una ricchezza interiore straripante rende invulnerabile. Per certi versi può ricordare i film di Ozu, soprattutto per la sua capacità di mettere l’accento sulle piccole ma fondamentali cose di vita quotidiana.
Palma d’oro a Cannes.
qui la “colonna sonora”.

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