Le “attualità ricostruite” nel cinema degli esordi / 30 Settembre 2015 in Le Sacre d'Édouard VII

Il cinema europeo degli esordi si divideva essenzialmente tra rappresentazione documentaristica e invenzione. Nel primo di questi ambiti dominavano i fratelli Lumière (e gli operatori loro dipendenti), mentre il secondo campo era prerogativa di Georges Méliès e della sua genialità nell’inventare sempre nuovi trucchi cinematografici. Ma il cinema degli esordi doveva rispondere anche ad una necessità, molto avvertita dal pubblico dell’epoca: quella di documentare l’attualità, e in particolar modo i grandi eventi e le azioni dei potenti di turno.
Una necessità a cui in molti si affannarono a rispondere con un numero sempre crescente di pellicole, fino a che l’esigenza di verosimiglianza non venne superata da quella della celerità con cui tali prodotti venivano proposti alle masse.
Ecco così che i primi “cinegiornali” dell’epoca, che ritraevano soprattutto visite dei capi di Stato, in patria o all’estero, iniziarono ad essere girati in studio, con degli attori, dando il via alle cosiddette “attualità ricostruite”.
La realtà cedeva il posto alla finzione, non solo quando la prima non era più rappresentabile (come nel caso di avvenimenti accaduti in un più o meno recente passato e non più catturabili con i dispositivi di ripresa – cosa che avvenne, ad esempio, con la ricostruzione dell’Affaire Dreyfus da parte dello stesso Méliès).
La realtà lasciava spazio alla finzione anche quando l’evento avrebbe ben potuto essere ripreso durante il suo accadimento.
L’incoronazione di Re Edoardo VII, girata da Georges Méliès nel 1902 ancora prima che detta incoronazione fosse realmente avvenuta, è forse uno degli esempi più emblematici di questa tendenza.
Una ricchissima scenografia (che ricostruiva gli interni della cattedrale di Westminster) e un numero elevatissimo di attori e comparse stanno a dimostrare come lo stratagemma non fosse stato messo in piedi per ragioni di budget, bensì soltanto per l’esigenza di procurarsi il prodotto in tempo utile per la sua proiezione “in diretta”, ossia lo stesso giorno in cui l’incoronazione si sarebbe dovuta tenere.
Soltanto dopo il primo decennio di vita del cinema questa tendenza alla commistione tra realtà e fiction fu definitivamente superata, con la separazione del prodotto di finzione da quello prettamente cine-giornalistico.

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