20 Dicembre 2012 in Il ventaglio di Lady Windermere

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Del sempre sia simpatico e brillante Ernesto Lubitsch, anno non mi ricordo. A presentare una tizia laureanda su Lubitsch che mentre parlava è andata in panne tantissimo, sembrava di assistere alla foratura di una gomma, si è sgonfiata, non che fosse grassa, I mean, era un po’ grassa, ma si è sgonfiata nell’altro senso. E io, e tutti credo, a pensare “ma su, ma dai, ma non importa, siamo solo noi, siam pure pochi e sfigati, non aver paura… raccontalo come se lo raccontassi a un tuo amico, ma su 🙁 “. Il film è uno dei primi di Lubisch in America ed è tratto da Oscar Wilde – oggi come allora dire Oscar Wilde fa sempre figo. É una storia ambientata nella upper class, boh, credo londinese, dove una donna, Lady W., teme che il marito le metta le corna di uno gnù, e allora tentenna e non sa se darla via al primo suo spasimante baffettuto che passa. In realtà la donna con cui il marito si intrattiene non è l’amante ma… la madre (ma wtf????) di Lady W., ricomparsa misteriosamente dopo molti anni. E Lady W non lo sa ma a noi spettatori ciò vien svelato quasi subito, per cui il divertimento sta nello stare a vedere come si ricompongono i pezzi (che è circa quel che avrebbe voluto dire la sgonfia se fosse rimasta gonfia di parole). Abbastanza noioso a tratti (difficile quarto d’ora digestivo -.-‘ stavo per svenire di sonno) e divertente ovvia riproduzione macchiettistica delle megere pettegole dell’alta società e dei suoi valori e consuetudini. Tutto si svolge nell’arco di 24 ore, la madre alla fine si immola per la figlia ma neanche troppo. La morale è di fare sempre attenzione al proprio ventaglio U_U

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